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Stazioni di servizio sull’orlo del baratro. Nettis, presidente Faib:”Governo eroghi ristori”

Sono fra le categorie più penalizzate dall’emergenza pandemica, seppure costituiscano la linfa dell’economia del Paese.

I titolari delle stazioni di servizio denunciano un calo superiore al 50% dei consumi. Situazione senza alternativa alla chiusura, se il governo non assume provvedimenti idonei al rilancio del comparto.

“Il governo non risponde e i sindacati di categoria non si sono fatti sentire – dichiara William Brunello, titolare della stazione di servizio in viale Partigiani, ad Aosta -. Durante il primo lockdown gli incassi non sono stati superiori a sei/sette euro al giorno, per quanto attiene al rifornimento di benzina. Se ci fosse stato il blocco totale nel secondo confinamento avrei chiuso l’impianto. Ci salviamo offrendo altri servizi. Il lavaggio, servizio gomme, officina”.

Ironizza Luca Contoz, stazione di servizio in via Circonvallazione, a Nus: “Non ci rimane che aprire il paracadute. Un calo a picco dei consumi. Dall’avvio della pandemia, la gran parte degli automobilisti si limita ad un rifornimento di 10/15 euro. Riusciamo a contenere queste ingenti perdite con la consegna di gasolio, carburante che, comunque, ha subito una riduzione nel riscaldamento delle seconde case.” Si domanda: “Che fine hanno fatto i ristori promessi dal governo?”.

A livello regionale, sono in corso continue riunioni. La pesante incertezza del futuro, l’incognita della durata dell’emergenza richiedono confronti da cui trarre idee, iniziative, progetti mirati al superamento di questo periodo. Iniziative locali, ma, soprattutto, di carattere nazionale. Tenuto conto che i gestori di queste attività hanno l’obbligo di mantenere il servizio.

La voce autorevole della Faib/Confesercenti della Regione Piemonte, non sta a guardare. Il presidente Gianni Nettis riferisce di un incontro con Alessia Morani, sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo Economico, l’11 gennaio scorso.
“Le nostre richieste – informa Nettis – sono incentrate sull’urgenza di un ammodernamento della rete, di una razionalizzazione e dell’inserimento di nuovi sistemi di rifornimento di carburante.”

Il presidente dell’organizzazione sindacale di categoria punta l’indice contro una rete di distribuzione obsoleta. “Rispetto ad altri Paesi europei non reggiamo il confronto – commenta -. E’, ormai, indispensabile l’installazione di colonnine elettriche in ogni stazione di servizio. Un’innovazione allineata alle aspettative degli automobilisti”.

In questa ‘galassia’ di malcontento, Nettis richiama l’attenzione sui costi insostenibili a fronte di ricavi esigui (“tre centesimi lordi, di margine, con costi aggiuntivi”, sottolinea). E denuncia l’ingresso dell’illegalità in un comparto ‘marchiato a fuoco’ da un insieme di realtà intollerabili. “Assistiamo, da tempo – dice – a trasporti illeciti da Paesi esteri. Componenti con facili guadagni che stanno penalizzando la categoria”.

Per il momento, scongiura l’organizzazione di scioperi; lo rincuora l’esito dell’incontro con l’esponente del governo. “E’ chiaro che, qualora non ricevessimo quanto garantito, non esiteremo ad allertare la categoria, a livello nazionale”, annuncia, in chiusura, Gianni Nettis.

Fonte voxpublica.it – Articolo di Sandra Lucchini

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