NewsRassegna Stampa

Idrogeno al posto del metano: via libera Al primo studio pilota di Bureau Veritas

Luce verde e risultati positivi per il primo studio pilota attuato per valutare le possibilità di convertire apparecchi a focolare con combustione a metano, attualmente in esercizio, alla combustione a idrogeno. Per l’analisi, svolta nell’ottica di neutralizzare le emissioni di CO2, Società Gasdotti Italia S.p.A. che sta agendo da “first mover” ha scelto Bureau Veritas come partner per una valutazione della fattibilità su un campione di aziende della provincia di Frosinone.

Il primo step è stato eseguito presso un sito di produzione di bio-poliesteri (cioè una gamma di poliesteri termoplastici biodegradabili e compostabili che possono essere prodotti a partire da biomassa).

Bureau Veritas ha valutato l’impatto di un passaggio alla combustione di gas idrogeno (parziale o totale) degli impianti di combustione presenti nello stabilimento giungendo alla conclusione sperata: ha dimostrato come, se pure l’impiantistica richieda un up-grade per le miscele più spinte, il ritorno in termini sia di impatto ambientale sia economici (intesi come riduzione drastica di eventuali costi legati alla “carbon tax”) è immediato e tangibile.

Una volta definito il processo di verifica, ne sono poi stati portati a termine ulteriori tre (e ne sono previsti ulteriori 26), su altrettante aziende operanti nel settore della chimica, della produzione di tessuti e nello sviluppo di prodotti per le aziende farmaceutiche.

Per verificare l’esercibilità di attrezzature a fiamma alimentate a idrogeno è stato necessario lo studio dei diversi scenari a diverse percentuali di H2 nel gas di alimento: in caso di alte percentuali di H2 nel metano (o in caso di H2 puro) alcune tecnologie oggi non supportano la combustione ed è opportuno effettuare un’analisi approfondita delle necessità di aggiornamento tecnologico.

Lo studio tiene conto in particolare delle e condizioni a contorno legati alla sicurezza che certo non possono essere considerati fattori trascurabili. Devono essere presi in considerazione tutti gli standard di sicurezza e aspetti come la classificazione dell’area ATEX o i sistemi antincendio. Per questo motivo, nel processo di valutazione, sono stati anche valutati gli impatti che il passaggio all’idrogeno ha sulle stazioni di decompressione, sulle caldaie e sugli impianti di cogenerazione, non solo in termini di “hardware”, ma anche in termini di rispondenza alla normativa nazionale e alle “best practices” internazionali.

La transizione verso l’idrogeno è uno dei punti chiave della Strategia nazionale sulla riduzione delle emissioni di CO2 presentata a Bruxelles a febbraio, poiché la produzione di idrogeno è una soluzione ai picchi di produzione energetica degli impianti rinnovabili. L’idrogeno prodotto nei momenti di sovrapproduzione delle rinnovabili ha un alto potenziale di impiego, se immesso in rete in miscela con il biometano o altri gas, sia nel settore dei trasporti sia nell’industria.

Donte adriaeco.eu

Mostra di più

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio