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Metano, il grido d’allarme: “Ora abbassate l’Iva o rischiamo il collasso”

La richiesta di Federmetano al governo nel pieno dello sciopero dei distributori.

Anche i distributori di metano sono in agitazione. E anche se Federmetano non ha indetto direttamente lo sciopero, è probabile che diversi dei 24 distributori della provincia di Rovigo (molti dei quali multicarburante) terranno chiuso in queste 48 ore. Nel settore, ai rincari “di mercato” si aggiunge l’Iva. E non a caso, la prima richiesta dell’associazione di categoria al governo è “il ripristino dell’Iva al 5%, come prima misura per far fronte alla crisi del settore”.

A spiegare la piattaforma è Dante Natali, presidente nazionale di Federmetano. “I rapporti del prezzo con tutti gli altri carburanti restano completamente saltati a causa di un valore internazionale del gas che continua a oscillare a quota tra le 4 e le 6 volte maggiore rispetto al valore medio degli ultimi 15 anni – dice – in pratica, è come se il settore dei carburanti liquidi si trovasse a operare con il gasolio al prezzo di 4 o 5 euro a litro. In queste prime settimane del 2023 si sente parlare di forte riduzione del prezzo del gas: situazione vera solo in parte perché sicuramente c’è stata una riduzione del prezzo, ma rispetto alla media degli ultimi anni è ancora altissimo, e tutto il comparto continua a operare in una situazione difficilissima”.

Al momento, il prezzo medio del metano si aggira poco sotto i due euro e 30 al chilo, mentre fino all’ottobre 2021 non aveva mai superato quota un euro. Poi l’impennata, con prezzi che – negli scorsi mesi – sono saliti anche sopra quota tre euro al chilo. “Un fenomeno inevitabile – conclude Natali – che però ha determinato spesso l’impossibilità di operare” per i distributori che, infatti, in molti casi, hanno preferito tener chiuso in attesa di una diminuzione dei prezzi.

Fonte polesine24.it – Articolo di Marco Randolo

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