Cambridge, nel Massachusetts, è diventata la prima città degli Stati Uniti a imporre nelle stazioni di rifornimento l’apposizione di etichette che avvertono gli automobilisti dei pericoli derivanti dalla crisi climatica. Già, perché l’utilizzo dei veicoli con motore termico è tra i principali responsabili del problema dell’inquinamento atmosferico.
Trattare benzina e diesel alla stessa stregua delle sigarette può essere una buona idea? Proprio come sui pacchetti di bionde ci sono scritti messaggi che ricordano i danni provocati dal fumo, perché non mettere nelle aree di servizio degli avvertimenti sui danni procurati dai veicoli alimentati a benzina e diesel, e al posto delle persone intubate inserire le immagini di foreste in fiamme per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle questioni ambientali?
L’idea è venuta in mente alla municipalità di Cambridge (vicino a Boston, nel Massachusetts), città americana famosa soprattutto perché ospita alcuni tra i più prestigiosi atenei al mondo come il Mit e l’Harvard University. Le autorità locali hanno deciso infatti che nelle stazioni di rifornimento dovranno essere presenti adesivi che ricordano le conseguenze sia sull’ambiente sia sulla salute umana delle emissioni di inquinanti legate alla combustione di benzina, diesel ed etanolo. L’obiettivo è quello di sensibilizzare gli automobilisti sull’emergenza climatica e invitarli a considerare alternative più sostenibili.
Questo provvedimento è l’attuazione di un’ordinanza risalente allo scorso gennaio e rientra nelle azioni che la città di Cambridge sta portando avanti per cercare di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. In generale, negli Stati Uniti il trasporto su gomma è responsabile di oltre un quarto delle emissioni e l’elettrificazione di massa del settore automotive stenta ancora a decollare.
A livello globale, non è la prima volta che vengono adottate iniziative del genere. Adesivi che invitano a considerare le conseguenze sull’ambiente dell’uso dei carburanti per alimentare le automobili con motore termico sono stati attaccati nel recente passato anche nelle stazioni di rifornimento di Vancouver, in Canada, e di alcune città della Svezia, per citare solo qualche esempio.
Di certo, si tratta di un messaggio forte. A differenza dell’attuale emergenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus SARS-CoV-2, gli effetti più devastanti della crisi climatica si vedranno tra 20-30 anni: tant’è vero che per il surriscaldamento globale si è anche parlato di una “pandemia al rallentatore”. Per questo è importante agire subito nella lotta contro il cambiamento climatico: le sorti del pianeta nel 2050 dipendono da quello che facciamo noi adesso.
Fonte ohga.it – Articolo di Federico Turrisi