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Le accise italiane sulla benzina tra le più alte d’Europa.

Da noi arrivano a 728,4 euro per mille litri, solo nei Paesi Bassi sono maggiori.

Fare il pieno in Italia costa di più rispetto agli altri Paesi. In tanti lo avranno sicuramente sperimentato. Il motivo è molto chiaro: le tasse. O meglio: le accise, quelle sulla benzina o sul diesel. L’accisa è una tassa indiretta, come l’Iva. Ma a differenza dell’Iva non è in proporzione al valore, non è una percentuale sul prezzo, bensì viene pagata in proporzione alla quantità. Si misura in euro per litri prodotti o consumati. Questo per fare in modo che il gettito non dipenda dalle oscillazioni del prezzo del greggio che come sappiamo possono essere anche molto ampie. E che quindi lo Stato incameri un flusso piuttosto stabile di introiti, visto che il consumo di benzina ha alti e bassi inferiori a quelli dei prezzi, pandemie e lockdown a parte.

Quanto valgono le accise sulla benzina in Italia?

Le casse italiane dipendono molto da questo gettito (i soldi che entrano nelle casse dello Stato con questa tassa), dovrebbero essere nel 2021 23,4 i miliardi che arriveranno nel bilancio dello Stato da accise sulla benzina e sugli altri carburanti. Ma naturalmente era maggiore prima della pandemia. Per questo motivo progressivamente queste accise sono state incrementate fino ad essere le seconde più alte d’Europa. Si tratta di 728,4 euro per 1000 litri, ovvero 72,84 centesimi per ogni litro di benzina fatto. Contribuiscono di fatto a circa metà del prezzo. Solo nei Paesi Bassi di paga si più, 787,73.

Dove sono le accise sulla benzina più basse.

Gli stessi confronti possono essere fatti anche sul diesel. Anche in questo caso l’Italia ha le seconde accise maggiori, con 617,4 euro per 1000 litri. Qui è il Regno Unito che risulta essere il Paese più caro, con 650,55 euro sempre su 1000 litri.
Al contrario come è facile immaginare sono i Paesi dell’Est quelli in cui le accise sulla benzina e sul diesel sono minori. Ovvero i Paesi con i redditi più bassi. Questo per consentire che i prezzi complessivi non siano troppo alti in proporzione agli stipendi dei cittadini. Così la Bulgaria risulta il Paese con l’accisa sulla benzina minore, 363,02 euro per 100 mila litri. Sotto i 400 anche Polonia e Ungheria.
Simile la situazione per quanto riguarda il diesel. Anche in questo caso è in Bulgaria che si paga meno, 330,3, mentre in Polonia l’accisa è di 343,17 euro per 1000 litri, in Lituania di 347, in Ungheria di 349,35. Per questi Paesi si tratta di valori molto vicini al limite inferiore imposto dall’Unione Europea con la sua Energy Taxation Directive, EDT, che dal 2003 mira ad armonizzare la tassazione dell’energia per esempio fissando limiti inferiori, evitando quindi “paradisi fiscali” anche in questo campo e favori all’industria fossile, nell’ottica di una transizione ecologica che porti a un maggiore ricorso alle energie rinnovabili.

Dov’è il prezzo della benzina più alto.

Le critiche alla Etd però sono molte. In quasi 20 anni non sono state apportate modifiche rilevanti e sono presenti ancora molti buchi, sono consentite diverse deroghe, che mettono in pericolo l’efficacia della direttiva e l’effettivo ruolo nel disincentivare i carburanti fossili. Inoltre  la soglia minima delle accise favorisce di fatto i Paesi più ricchi, che si possono permettere di tenerle basse, volendo. Basse soprattutto in relazione al reddito medio.
È il caso del Lussemburgo, che applica un’accisa sulla benzina di 462,09 euro per 1000 litri, minore della media, più bassa di quella di diversi Paesi dell’Est e di tutti quelli occidentali. Non è un caso che le code di chi da Francia, Belgio, Germania, va a fare il pieno nel Granducato siano parte del panorama di quell’area da anni.
Si tratta di un’accisa che è di un terzo inferiore a quella applicata un Grecia, un Paese con un reddito pro-capite molto minore di quello lussemburghese. Ancora più paradossali i numeri relativi al diesel, con l’accisa del Lussemburgo, di 335 euro per 1000 litri, che è la seconda più bassa, appena sopra quella bulgara. È certo che se non ci fossero centinaia di kilometri da fare probabilmente gli italiani sarebbero i più fedeli clienti delle pompe di carburante lussemburghesi.

Fonte treunumbers.it

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