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Petrolio, evasione fiscale da 4,3 miliardi nell’ultimo decennio.

Negli ultimi 11 anni sono circolati oltre 1,2 miliardi di chili di carburante in evasione d’imposta.

Tra Iva e accise, l’evasione fiscale in Italia per quanto riguarda i prodotti petroliferi potrebbe superare i 4,3 miliardi di euro dal 2010 a oggi. Lo ha sottolineato un’indagine della Guardia di Finanza che ha monitorato raffinerie, depositi di stoccaggio e trader, scoprendo che le mafie, italiane e internazionali, hanno buon gioco delle regole vigenti. Come? Attraverso i soliti metodi: corruzione, riciclaggio di denaro sporco, collusione. I denunciati sono stati oltre 13.700 in questo periodo decennale.

Un esempio? Secondo il Sole 24 Ore negli ultimi anni si è registrato “un incremento dei traffici di prodotti energetici dall’Est Europa, dal Nord Africa e dal Medio Oriente immessi in consumo nel mercato nazionale in evasione di imposta. Si tratt di miscele idrocarburiche (dette designer fuels) classificate come oli lubrificanti, ma aventi caratteristiche simili a quelle del normale gasolio, in modo da essere escluse dal regime armonizzato e dall’imponibilità ai fini delle accise e, conseguentemente, dagli obblighi di tracciabilità previsti dalla normativa dell’Ue“. Negli ultimi 11 anni sono circolati oltre 1,2 miliardi di chili di carburante in evasione d’imposta; transita via treno, via terra e via mare.

Riguardo all’Italia è elevato l’interesse diretto della ‘ndrangheta, anche relativamente agli impianti di distribuzione stradale. Ma non solo: ad esempio un agriturismo di Pescara, finito in mano alle cosche, ha accumulato frodi sui finanziamenti pubblici e riciclaggio di denaro derivato dall’evasione dell’Iva e delle accise in materia di trasporto e distribuzione di carburanti petroliferi.

Fonte formulapassion.it

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