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Lavavano abusivamente i camion dai residui tossici sulla Caorsana e tutto finiva nella fogna pubblica

Denunciati dal nucleo Ambientale della Polizia locale il titolare di una ditta di autotrasporti e il gestore dell’area di servizio piacentina. Indagine iniziata dalle segnalazioni dei residenti.

Ripulivano abusivamente dai residui di rifiuti speciali i cassoni dei camion con i quali trasportavano fanghi di depurazione: lo facevano in un’area di servizio sulla Caorsana, e tutto finiva poi nel tombino e poi nella fognatura cittadina, ma gli agenti della polizia locale hanno scoperto tutto e hanno denunciato due persone. Davanti all’autorità giudiziaria sono finiti il titolare di una ditta specializzata di autotrasporti di Bari e il gestore di un’area di servizio con autolavaggio sulla Caorsana: sono stati denunciati per abbandono di rifiuti speciali. L’indagine è stata condotta dagli agenti del nucleo Ambientale della polizia locale di Piacenza, ed è durata per mesi prima di raccogliere tutte le prove.

Tutto è iniziato grazie alla segnalazione di alcuni residenti della zona della Caorsana che tempo fa hanno segnalato al comando di via Rogerio una puzza molto forte e acre che in certi giorni invadeva le loro abitazioni. Un odore sgradevole e pungente che proveniva dall’esterno e che li obbligava a tenere chiuse le finestre di casa.

Gli agenti del nucleo Ambientale, dopo i primi accertamenti sul posto, si sono posizionati in borghese fuori dal casello di Piacenza Sud, notando l’arrivo nel corso della settimana di alcuni camion sospetti che poi si dirigevano subito all’area di servizio sulla Caorsana per effettuare il lavaggio dei rimorchi. La polizia locale ha scoperto che quei lavaggi erano la causa della puzza segnalata dai residenti, e che gli autisti utilizzavano la lancia ad alta pressione per pulire l’interno dei cassoni dai residui di una sostanza fangosa: decine di chili abbandonati sull’asfalto della piazzola che poi finivano direttamente nel tombino dell’autolavaggio grazie a un addetto che si occupava di ripulirla. 

Le ulteriori indagini hanno fatto scoprire di che sostanza si trattasse: i camion infatti erano di una ditta specializzata nel trasporto dei fanghi di depurazione dalla Puglia alla Lombardia, dove venivano regolarmente smaltiti. Sulla strada del ritorno però i veicoli si fermavano a Piacenza per la pulizia all’autolavaggio. «Una procedura che veniva effettuata con cadenza periodica di due o tre volte a settimana, e totalmente illecita – sottolineano gli ispettori Matteo Rampoldi e Michele Borella – in quanto, trattandosi di rifiuti speciali, questo genere di pulizia va effettuata da ditte specializzate, con determinate attrezzature e procedure che un normale autolavaggio non ha ovviamente». Gli autisti spendevano 23 euro per ogni lavaggio sulla Caorsana, contro gli oltre cento che avrebbero dovuto sborsare se quella pulizia fosse stata effettuata in un luogo opportuno.

Gli agenti sono così intervenuti, all’ennesimo lavaggio, cogliendo tutti in flagranza. Insieme a loro c’erano anche gli addetti di Arpae che, in seguito alle analisi sui fanghi che venivano lavati e dispersi nella fognatura pubblica piacentina, hanno trovato tracce di elementi tossici come cromo, piombo, magnese e idrocarburi. Di qui, successivamente, anche la prescrizione con ordinanza sindacale a carico dei due indagati di effettuare la pulizia dei tombini e del depuratore della stazione di servizio. 

«Un’indagine brillante e importante, condotta con professionalità dagli agenti della sezione di polizia ambientale – hanno sottolineato l’assessore alla Sicurezza Luca Zandonella e il commissario Massimo Campomagnani – e che ancora una volta è stata resa possibile grazie alle segnalazioni dei cittadini che vengono tutte vagliate con attenzione».

«La sezione di polizia Ambientale e Edilizia ha già avuto modo di farsi conoscere per importanti attività condotte in passato – ha aggiungo il commissario Giuseppe Addabbo – Le indagini in materia ambientale sono eseguite sempre con professionalità e capacità operativa dimostrata sul campo, tenendo conto che si tratta di attività molto complesse e che richiedono tempo e competenza».

Fonte ilpiacenza.it – Articolo di Giampietro Bisaglia

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