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Benzina, fascia zero contro i prezzi sloveni

Bernardis (Lega): «Vanno parificati gli importi con quelli praticati oltreconfine». Vendite su: +104,4% rispetto al 2019

È dalla notte dei tempi che si parla di equiparare i prezzi di benzina e gasolio con gli importi praticati in Slovenia. Perché così si metterebbe fine all’esodo per il pieno e gli incassi delle accise (le tasse sui carburanti) resterebbero in Italia, anziché in Slovenia. Ma, per tutta una serie di motivazioni, quella che sembrerebbe la via d’uscita più logica (e più facile) non ha mai trovato concretezza. Oggi, c’è la controffensiva. Il petrolio alle stelle e l’impennata dei prezzi del gasolio in Slovenia vengono considerati segnali importanti per arrivare all’auspicata revisione della legge regionale 14 del 2010. Peraltro, anche i numeri sembrano favorire l’allineamento dei pianeti, ma occorre la volontà politica. «L’aumento costante del prezzo del barile di petrolio ha dirette conseguenze sui prodotti energetici anche nella vicina Slovenia dove, ad esempio, il prezzo al litro del gasolio è praticamente uguale a quello praticato in Italia con lo sconto di fascia 1». Ad intervenire è il consigliere regionale della Lega Diego Bernardis. Che, però, aggiunge: «Per il momento, la situazione sul territorio goriziano regge, ma cosa accadrebbe se i prezzi praticati al di là del confine scendessero sensibilmente?».

Le vendite di oggi e quelle del 2019

«Terminato, lo scorso giugno, il lockdown nella vicina Repubblica di Slovenia – rammenta il Carroccio – è ripreso l’esodo degli automobilisti a caccia di risparmio ma al contempo, dati alla mano, si è innescato un parziale recupero di vendite per i nostri distributori di carburante, soprattutto quelli più prossimi al confine».

Ecco alcuni dati significativi, forniti dallo stesso Bernardis e dal consigliere comunale Andrea Tomasella: rispetto al 2019, anno pre-Covid, nel secondo quadrimestre del 2021, sul territorio comunale di Gorizia, ovvero quello più esposto al “pendolarismo del pieno”, l’incremento di vendite di carburanti è stato del +104,4% e, su base provinciale, è stato del +21,2%. Si pensi che nella sola città di Gorizia, da maggio ad agosto di quest’anno, sono stati erogati 2,8 milioni di litri di carburanti, mentre in tutto il 2019 ne furono venduti appena 4,6 milioni.

Il panorama su scala provinciale

Un ulteriore dato significativo viene dalla provincia isontina poiché, rispetto allo stesso periodo di due anni fa, c’è stato un incremento delle vendite pari a 2,8 milioni di litri e, di questi, più della metà arrivano proprio dal limitato (geograficamente) territorio della città di Gorizia. «Ciò a dimostrazione – rimarca il consigliere regionale Bernardis – se ce ne fosse bisogno, che il cosiddetto pendolarismo del pieno è direttamente proporzionale alla distanza dal confine». Entrando ancor più nel dettaglio, a Gorizia nel 2019 vennero venduti 2.686.309 litri di benzina e 2 milioni 85 mila 113 litri di gasolio. Numeri assoluti che dicono poco, ma è sufficiente analizzare la situazione da gennaio 2021 sino ad oggi per scoprire che i litri venduti sono stati già 3.723.932 di benzina e 3.396.876 di gasolio “grazie” all’impossibilità, nei mesi scorsi, di espatriare per fare il piano a causa del Covid.

La fascia zero unica soluzione

«Dunque – prosegue il consigliere regionale di maggioranza -, in vista della prossima revisione della legge regionale sui carburanti, farò arrivare al governatore Fedriga e all’assessore regionale Scoccimarro la proposta di istituire una “fascia zero” per i nostri territori più svantaggiati dove concentrare, al massimo, gli incentivi, ottimizzando allo stesso tempo l’impegno di spesa della Regione e ottenere, così, il massimo ritorno in termini di accise e Iva per le casse erariali».

L’obiettivo, in parole più semplici, è di arrivare a prezzi dei carburanti «stabilmente allineati» a quelli praticati oltreconfine. «E, in tal senso, sarà fondamentale anche il contributo delle compagnie petrolifere per garantire iniziative di abbassamento dei loro listini, auspico, costanti nel tempo», la conclusione di Bernardis.

Fonte messaggeroveneto.gelocal.it – Articolo di Francesco Fain

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