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Caro-carburante, minacce al benzinaio: “Ti bruciamo il distributore”

Viaggio fra l’aumento dei costi e l’ira di chi paga I gestori: “Anche noi vittime”. Cambiano le abitudini

La preoccupazione è generale, la reazione soggettiva. Oscilla fra l’italianissima arte dell’arrangiarsi e l’irrazionale panico; si declina fra l’empatia per i gestori dei carburanti e chi, invece, dà sfogo a minacce insensate: “Stanotte vi do fuoco al distributore”.

Il caro prezzi dei carburanti incide nella vita quotidiana di ciascuno e ne determina scelte. Due giovani informatici pisani optano per il lavoro in smart-working; impiegati di una ditta di giardinaggio pianificano con Google gli gli spostamenti, razionalizzando i percorsi: “onde evitare chilometri inutili”.

La guerra economica ci ha raggiunto e ora ci investe. Al distributore “Agip” di via Cisanello Paola Paolonelli fotografa con chiarezza le molteplici criticità. “Rispetto a tre mesi fa – argomenta l’imprenditrice – vendiamo il carburante al 40% in più. Eppure tutti siamo vittime di questo incremento: gli utenti in modo diretto, noi sotto altri aspetti. La percentuale del nostro guadagno non è affatto variata, non siamo sciacalli: noi abbiamo un margine di profitto su ogni litro venduto. Ma se, a parità di spesa, adesso i clienti riempono il serbatoio con meno litri, anche il nostro portafoglio ne risente”.

“Le famiglie si ritraggono – continua la puntuale analisi di Paolinelli – mentre le ditte sono disperate. Detto ciò le abitudini generali non sono cambiate: chi faceva il pieno continua a farlo, chi destinava 20 euro, fa ancora lo stesso. Muta però il risultato finale”

In un clima di ansia: “Soprattutto i più anziani – osserva Alessia Nuti che gestisce il distributore “Ip” in via San Pio da Pietralcina –. Paura che la benzina finisca. Paura di ulteriori rincari. Paura di una guerra”. E tutti si lamentano: “C’è però chi esagera. L’altro giorno un cliente mi ha aggredito: ‘Bene, stanotte ti dò fuoco al distributore’”.

Nuti solidarizza con i camionisti che scioperano: “Forse gli unici ad avere ancora una forza contrattuale”.E poi c’è chi fa benzina osservando con ansia i contatori che ruotano come eliche di aeroplani. “Sono uno studente univesitario e anche i piccoli aumenti hanno un effetto consistente – ammette Giulio Pagni –.Tre euro in più per il pieno al motorino, cinquanta centesimi per la colazione e così via. Per chi non ha un reddito, alla fine del mese, la differenza è notevole”.

“Ora lavoriamo in smart working – alza le spalle Simone Locci, informatico mentre riempe il serbatorio al self service –. Così ci ‘difendiamo’ dall’aumento del carburante, ma spenderemo comunque di più di riscaldamento”. Stando attenti a non esagerare: “I prezzi cambiano tutti i giorni – chiosa Alessia Nuti – e chi cerca il benzinaio meno caro forse spende quei pochi centesimi a fare più strada. Una situazione paradossale”.

Fonte lanazione.it – Articolo di Saverio Bargagna e Ilaria Vallerini

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