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Botta sulla benzina: cosa succede adesso

L’intervento del governo non si è dimostrato risolutivo: il prezzo di benzina e diesel torna a crescere

Nonostante il parziale intervento del governo per ridurre il costo dei carburanti, tramite il taglio di 25 centesimi di euro di accise, il prezzo di benzina e gasolio torna a schizzare verso l’alto.

Per via dell’aumento delle quotazioni internazionali dei prodotti registrato lo scorso fine settimana, infatti, le principali società hanno deciso di ritoccare gli importi raccomandati, pur con delle lievi differenze sul territorio nazionale. Una scelta che ha, ovviamente, causato immediate conseguenze nelle stazioni di servizio.

I costi

Stando all’inchiesta condotta da Quotidiano Energia sulla base dei dati riportati dall’Osservaprezzi del Mise, già a partire dallo scorso sabato 26 marzo il prezzo medio nazionale della benzina è risalito fino a toccare 1,842 euro per litro (venerdì si era fermato a 1,831), coi vari marchi che hanno esposto costi compresi tra 1,832 e 1,853 euro per litro. Il prezzo medio del diesel in self service è ritornato a quota 1,833 euro per litro (venerdì risultava a 1,812), con le diverse compagnie che hanno proposto costi compresi tra 1,819 e 1,858 euro per litro. L’intervento dell’esecutivo, pertanto, è stato decisamente poco risolutivo, e ha avuto un’efficacia di brevissima durata.

Prima del taglio delle accise, secondo i dati dell’Osservatorio sui conti pubblici di Carlo Cottarelli, l’Italia era il terzo Paese europeo ad avere i costi più alti per l’acquisto di carburanti. Nonostante il fatto che anche in altri Stati della Ue il prezzo si aggirasse intorno ai 2 euro per litro, nelle stazioni di servizio nostrane l’importo finale si manteneva comunque di gran lunga superiore alla media continentale.

“Sulla base di una analisi dei prezzi dei carburanti comunicati negli ultimi giorni dai distributori si registrano dei prezzi stabili, in linea con il taglio delle accise“, minimizza, nonostante tutto, il ministero dello Sviluppo. In un discorso generale, invece, è possibile ricavare l’impressionante dato relativo proprio all’aumento dei carburanti: in poco meno di sei mesi gli italiani hanno subito una botta complessiva da 9 miliardi di euro. “In base ai dati ufficiali del Mite”, spiega l’indagine condotta dall’associazione dei consumatori Consumerismo no profit e dal Centro di ricerca e studi di Alma laboris business school, “il rincaro dei carburanti è iniziato lo scorso ottobre, quando i prezzi della benzina hanno sfondato la soglia di 1,7 euro al litro. Tornare indietro non sembra così facile”.

Fonte ilgiornale.it  –  Articolo di Federico Garau

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