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Olio dell’Est per allungare il gasolio, truffe in tutta Italia

L’olio veniva miscelato con il gasolio per allungarne la quantità e incrementare i ricavi presso nove impianti di distribuzione ubicati nelle province di Napoli e Salerno, controllati dall’organizzazione criminale.

Maxi blitz in tutta Italia dei carabinieri del Comando Provinciale di Genova che, delegati dalla Procura di Napoli, stanno eseguendo in tutta Italia un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di oltre 50 indagati.

Gli inquirenti contestano, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe, falsificazione assegni, riciclaggio. Sono 70 le truffe finora accertate.

Contestualmente è in corso anche un sequestro di beni a società per circa 3 milioni di euro.
    L’ultima banda di truffatori sgominata dai carabinieri operava solo a Napoli e si occupava dell’importazione dall’Est Europa di olio industriale con cisterne accompagnate da false bolle di trasporto. L’olio stoccato in un deposito sito nell’area salernitana veniva miscelato con il gasolio per allungarne la quantità e incrementare i ricavi derivanti dall’erogazione al dettaglio presso nove impianti di distribuzione ubicati nelle province di Napoli e Salerno, controllati dall’organizzazione criminale. I proventi venivano progressivamente reimpiegati nella costituzione di società-cartiere operanti nello specifico settore, nei cui capitali confluivano anche i numerosi beni immobili e mobili acquistati nel tempo dal sodalizio per riciclare il denaro.
    Le indagini sono partite dalla compravendita di una macchina di grossa cilindrata. Alcuni degli indagati, è stato scoperto dai militari del reparto operativo di Genova, coordinati dal comandante Michele Lastella, fingendosi acquirenti, si facevano inviare via WhatsApp, dal venditore, le immagini del libretto di circolazione della vettura da vendere che subito dopo duplicavano. Utilizzando le foto della vettura pubblicavano anche loro un annuncio di vendita sul web e, una volta individuato l’acquirente giusto e realmente intenzionato all’acquisto, lo costringevano – dicendogli che erano molti interessati – ad inviare una foto dell’assegno circolare a loro intestato riportante la cifra d’acconto concordata. A questo punto il gioco era praticamente fatto: l’assegno veniva replicato e presentato per la riscossione. La banda di truffatori in questione, aveva ramificazioni in ramificazioni in Lombardia e Friuli Venezia Giulia, agiva nell’ambito delle compravendite on-line di autovetture di pregio utilizzando quattro “batterie operative”.
    Sono 59 gli indagati, di cui 46 raggiunti da ordinanza di custodia cautelare e 13 ai domiciliari, nell’operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli ed eseguita dai Carabinieri del Comando Provinciale di Genova, supportati dai militari di Napoli, Salerno, Varese, Venezia, Roma, Frosinone, Latina, Milano, Brescia, Lodi, Novara, Avellino, Pordenone che hanno smantellato tre sodalizi criminali specializzati nella commissione di truffe operanti su gran parte del territorio nazionale. Tra i principali reati contestati ci sono falsità in titoli di credito e possesso di documenti di identificazione falsi, sostituzione di persona, intercettazione e impedimento illecito delle comunicazioni telefoniche, irregolarità nella ricezione e stoccaggio finalizzati alla sottrazione dell’accertamento o al pagamento dell’accisa sugli oli minerali, riciclaggio e autoriciclaggio.

Fonte ansa.it

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