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n Veneto il diesel supera i due euro, è crisi: «Il 5% dei distributori ha chiuso»

La Cgia: «Il governo metta un tetto ai prezzi». Boom di monopattini con un +400% delle corse e +250% degli utenti e del bike sharing

Da una parte la flessione delle vendite di carburante del 4%, dall’altra il boom dei monopattini, con relativo aumento del 400% delle corse e del 250% degli utenti rispetto allo stesso periodo del 2021. Un successo a Padova condiviso con le bike sharing: 100mila quelle prese in affitto dall’inizio dell’anno. Sono i primi effetti «tangibili» del caro benzina, che sta convincendo sempre più veneti a lasciare a casa l’auto almeno per i tragitti più brevi o a usarne una sola in famiglia, a turno. E’ il quadro tracciato dai benzinai e dalle associazioni dei consumatori davanti ai dati settimanali diffusi il 14 giugno dal ministero della Transizione ecologica, che segnalano la benzina in modalità self service al costo di 2,014 euro al litro e il gasolio a 1,935 euro al litro. Negli ultimi giorni la situazione è ulteriormente peggiorata, con il gasolio che per la prima volta supera i 2 euro al litro, attestandosi a 2,004 euro al self service e a 2,132 al «Servito», con punte rispettivamente di 2,081 e 2,319 euro in autostrada. La benzina sale a 2,066 euro al self service e a 2,188 al «Servito», con picchi di 2,136 e 2,368 euro in autostrada.

Il rincaro maggiore

«E’ il quarto maggior rincaro settimanale di sempre — denuncia l’Unione nazionale Consumatori — da quando è iniziata la guerra in Ucraina, nonostante il taglio di 30,5 centesimi a litro imposto dal governo sulle accise, un litro di benzina costa oltre 16 centesimi in più, con un rialzo dell’8,9%. E il gasolio è più costoso di oltre 21 centesimi al litro, siamo a un +12,4%. E’ emergenza nazionale, il governo deve bloccare le speculazioni, mettendo un tetto ai prezzi, incrementando la riduzione delle accise di almeno altri 10 centesimi e riducendo l’Iva dal 22% al 10%». «Sconto benzina e gasolio di 25 centesimi al litro — twitta Matteo Salvini — per la Lega è fondamentale confermarlo per tutta l’estate. Ci aspettiamo un decreto del governo entro giugno».

I benzinai ci rimettono

E chi pensa che i benzinai si sfreghino le mani per rincari che dovrebbero equivalere ad un aumento degli incassi, potrebbe restare deluso. «Macché, il taglio delle accise per l’85% dei distributori ha significato dover abbassare i prezzi, rimettendoci 25 centesimi al litro e senza sapere se e quando arriverà un rimborso dallo Stato — spiega Moreno Parin, portavoce regionale della categoria —. Il margine di guadagno si limita a 3 centesimi al litro, indipendentemente dal costo del carburante al pubblico. Su un pieno di 100 euro il gestore guadagna 1,80 euro lordi, che si riducono a 1 euro lordo se il cliente paga con la carta di credito. Le conseguenze sono due: una flessione delle vendite per ora limitata al -4% rispetto al 2019 e la chiusura nel Veneto del 5% delle pompe di benzina. Ma entrambe le percentuali, riferite ad aprile, sono in rialzo. Sarà decisivo il dato di giugno, continuo a ricevere disdette da parte dei colleghi, soprattutto dai più giovani. Due fratelli trevigiani hanno chiuso l’attività dopo nemmeno due mesi».

Dipendente improprio

Dal canto loro le compagnie petrolifere propongono ai gestori un cambio di contratto che li vedrebbe passare da «dipendente improprio», libero di ritoccare i prezzi, decidere gli orari di apertura, gestire eventuali autolavaggio, officina o bar, a sorvegliante o prestatore d’opera. Con relativa decurtazione dello stipendio, dice sempre Parin, da 1500 a 700/800 euro al mese. Per i clienti invece non c’è nemmeno più la scappatoia delle pompe bianche, che finora hanno consentito di risparmiare 7-8 centesimi al litro. «Sono costrette a imporre un rincaro di 2-3 centesimi al litro, perché comprano il carburante sul libero mercato e le compagnie petrolifere l’hanno aumentato di 20 centesimi al litro — rivela Parin —. Per non parlare dello scandalo del Servito: costa al cliente dai 20 ai 35 centesimi in più al litro ma solo 2 vanno al gestore, il resto è delle compagnie petrolifere e dell’Iva».

Proroga per il decreto accise

«Il decreto taglia accise è stato neutralizzato dai rincari — avverte Paolo Zabeo, direttore dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre —. Scade l’8 luglio e va prorogato, ma anche accompagnato da un tetto sui prezzi di benzina e diesel, almeno fino alla fine dell’estate». Taxisti, autonoleggiatori con conducente, bus operator, agenti di commercio e piccoli trasportatori sono allo stremo, il carburante incide per il 30% sui costi di gestione. E il Codacons prepara nuove denunce contro la crescita dei prezzi di benzina e gasolio, dopo la segnalazione alle Procure di marzo: «Ogni famiglia spenderà 472 euro in più all’anno di carburante».

Fonte corrieredelveneto.corriere.it – Articolo di Michela Nicolussi Moro

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