Brescia. L’aumento era iniziato un anno fa, ma solo nelle ultime settimane l’impennata è arrivata a raggiungere prezzi anche cinque volte più alti. Parliamo del metano auto, un anno fa sotto l’euro e ora lanciato verso i 5 euro. Il Metano nelle ultime settimane ha subito degli aumenti insostenibili sia per i gestori degli impianti di distribuzione che per gli automobilisti. Un costo inavvicinabile per tanti e fare rifornimento equivale a un salassata. Il futuro dovrebbe essere migliore. Le quote del Metano sul mercato sono scese. Nel frattempo il problema c’è
IN TANGENZIALE SUD
In prossimità del distributore di metano Eni, sotto la scritta enorme di 4,579 euro al chilo appare il cartello «Chiuso» con tanto di New Jersey a delimitare l’area. Non è una protesta. Il benzinaio è lapidario: «Le spese sono eccessive. Con l’impianto di metano, il margine di guadagno non c’è. Lavoreremmo in perdita».
IN CITTA’
C’è chi non si perde d’animo e spera in un aiuto dalle istituzioni. «Non è caro, è alle stelle. Prima vendevo 1000 chili al giorno e adesso 50 – commenta Mattia Rehman dell’IP di via San Rocchino -. Così non non si va avanti. Lo scorso mese eravamo a 1,97 adesso a 4,50. Soltanto martedì è aumentata di un euro».
Chi purtroppo ha terminato la spinta propulsiva è il distributore di via Malta, accanto ad A2A. La quota fissa a cui poteva vendere il gas è stata esaurita. Quindi nella scorsa settimana il metano ha sfondato il muro dei 5,5 euro al chilo. «Il contratto che abbiamo stipulato ci ha consentito di tenere dei prezzi competitivi – spiega Nicoló Testa, del distributore di via Malta -. Nei mesi scorsi abbiamo lavorato a ritmo doppio, quasi triplo. Adesso però facciamo i conti con le oscillazioni del mercato e gli effetti si vedono chiaramente».
Certo, avendo la clientela del gruppo A2A, Aprica e i pullman di Arriva, tra i pochi ad avere l’erogazione rapida in meno di dieci minuti per un bus, si garantisce un flusso di entrate costante. Se i distributori con i prezzi salati sono deserti, quelli convenienti sono presi d’assalto da un carosello di veicoli.
A MOLINETTO DI MAZZANO
C’è chi grazie ad un contratto con tariffa fissa, riesce a tenere dei prezzi fuori mercato (2,6 al chilo) ma tra qualche mese questi finiranno e a quel punto torneranno le logiche di mercato. Così avverrà al distributore di Molinetto di Mazzano. «Abbiamo un fisso mensile, quindi li suddividiamo equamente durante i 30 giorni. Tutte le mattine apriamo alle 6 e chiudiamo non oltre le 11. Martedì addirittura alle 10:30 – spiega Gianluca Gatti il proprietario -. Questo non è lavorare, 400 rifornimenti in meno di cinque ore. Se comprassimo con il prezzo della borsa, lo metteremmo in vendita a non meno di 4,10 euro. L’ecologia non interessa più a nessuno».
A CASTENEDOLO
I responsabili della pompa a Castenedolo in via Bruno Boni nonostante il loro 2,6 euro al chilo sono molto preoccupati: «Questo problema ha davvero pochi legami con la guerra visto che gli aumenti sono iniziati ad ottobre 2021. Non è corretto neppure lavorare in queste condizioni».
Fonte bresciaoggi.it – Articolo di Luca Goffi