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Biodiesel, la mappa delle prime 50 stazioni di rifornimento Eni: dove sono e chi può usare il carburante green.

Il diesel al 100% rinnovabile di Eni Sustainable Mobility sbarca in 50 stazioni di servizio del gruppo. Il biocarburante è in vendita in 33 province — tra cui Roma, Firenze, Bologna, Genova e Torino — e da marzo arriverà in altre città per un totale di 150 punti vendita. Si chiama «HVOlution» ed è composto da Hvo puro (Hydrotreated Vegetable Oil, olio vegetale idrogenato), prodotto da materie prime di scarto e residui vegetali e da oli generati da colture non in competizione con la filiera alimentare. Prodotto nelle bioraffinerie di Venezia e Gela (Agrigento), costa dieci centesimi in più del diesel normale perché le materie prime hanno un prezzo maggiore e i costi di produzione sono più alti. È compatibile con le auto che riportano la scritta EN 15940 sul libretto di manutenzione (in linea di massima Euro 5 ed Euro 6).

La decarbonizzazione del trasporto pesante

«HVOlution — spiega Stefano Ballista, ceo di Eni Sustainable Mobility — già da oggi può dare un contributo importante alla decarbonizzazione della mobilità, anche del trasporto pesante. Questo prodotto arricchisce l’offerta nelle stazioni di servizio, affiancandosi all’attuale proposta di prodotti low-carbon, come le ricariche elettriche, e di servizi per le persone in mobilità: obiettivo di Eni Sustainable Mobility è integrare gli asset industriali e commerciali lungo tutta la catena del valore, dalla disponibilità della materia prima fino alla vendita di prodotti decarbonizzati al cliente finale».

Gli oli dall’Africa

In diversi Paesi dell’Africa tra i quali Kenya, Mozambico e Congo, Eni sta sviluppando una rete di agri-hub in cui verranno prodotti olii vegetali in grado di crescere in terreni marginali e aree degradate e non in competizione con la filiera alimentare e, al tempo stesso, di creare opportunità di lavoro sul territorio. Recentemente dal Kenya è arrivato nella bioraffineria di Gela il primo carico di olio vegetale prodotto nell’agri-hub di Makueni, mentre a Venezia è arrivato il primo carico di olii di frittura esausti. L’obiettivo è di coprire il 35% dell’approvvigionamento delle bioraffinerie Eni entro il 2025.

Fonte corriere.it. –  Articolo di Fausta  Chiesa

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