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Maxi distributore I vigili del fuoco bloccano l’impianto 

I “caschi rossi” e il Comune congelano l’autorizzazione Nella perizia irregolarità legate al progetto antincendio

Ennesimo stop alla maxi-stazione di servizio in via Domodossola, a due passi dal liceo “Medi”. Stavolta la sospensione è arrivata da Carlo Federico, numero uno dell’Ufficio prevenzione incendi del Comando dei vigili del fuoco di Salerno, e dal responsabile dell’istruttoria tecnica Raffaele Cimmino, che hanno servito il bis, congelando pure l’autorizzazione in precedenza rilasciata al secondo progetto.

Una replica di quanto accadde col primo disegno proposto dalla “Cascone srl”, la ditta di Scafati che vuole realizzare la stazione di servizio da 20 pompe erogatrici indigesta ai consiglieri d’opposizione e agli attivisti di “Prima Battipaglia”, comitato nato proprio per avversare l’opera a due passi dalla sponda sinistra del fiume Tusciano. 

Anche stavolta i “caschi rossi” avevano rilasciato un provvedimento autorizzativo (il secondo progetto era figlio delle censure espresse a giugno scorso dai vigili del fuoco): il via libera era arrivato il 30 novembre scorso. Solo che l’azione del comitato – tra le anime di “Prima Battipaglia” spiccano l’avvocato Franco Anzalone ed il già preside Fortunato Ricco – non s’è fermata di fronte al placet dei “caschi rossi”: il 2 gennaio hanno controdedotto e successivamente (25 gennaio) sul tavolo dei vigili del fuoco è pervenuta un’altra perizia tecnica a firma dell’ingegnere Alfredo Giordano. Carteggi per mezzo dei quali «sono state rappresentate – si legge nell’ultimo provvedimento di sospensione dei vigili del fuoco – alcune presunte incongruenze e irregolarità relativamente al progetto antincendio approvato». Di qui la sospensione del provvedimento. 

Questione di metri, pure questa volta: il cippo della discordia s’erige all’atto della definizione delle distanze della maxi-stazione di servizio dalla Tivan, il centro di riabilitazione che insiste dall’altra parte della strada in via Domodossola, dal liceo “Medi”, che confina con il lotto della discordia, e dal fabbricato che ospita la ludoteca “Magia della giungla”. 

Di qui la richiesta d’un rilievo topografico «con indicazione delle distanze di protezione e di sicurezza esterna rispetto al Centro Tivan», indicando quella «dal confine del lotto nel quale s’intende realizzare l’impianto di distribuzione». E quindi s’impone «d’indicare anche le distanze rispetto a tutti i confini e all’istituto scolastico» fino a «definire l’affollamento massimo ipotizzabile per la ludoteca», così da «determinare se debba essere definita come attività adibita alla collettività e se, rispetto alla stessa, occorre raddoppiare la distanza di sicurezza esterna». 

Lo stop dei vigili del fuoco fa il paio con quello endoprocedimentale (tradotto dal “burocratese” vuol dire che non è ancora scaturito in un provvedimento definitivo come un diniego o meno del permesso di costruire) contrapposto nelle scorse settimane alla srl scafatese dall’ingegnere municipale Giuseppe Vece, responsabile della Viabilità: un parere di non conformità, quello a firma del tecnico comunale e del geometra istruttore, Genesio Sirone, relativo ai due accessi di progetto all’impianto: «Non rispettano la distanza dei 12 metri dall’intersezione a raso tra via Domodossola e via Avellino» e «hanno un’ampiezza inferiore agli 8 metri (sei, per l’esattezza, ndr)». 

Il primo progetto presentato dalla “Cascone” fu benedetto dalla giunta comunale guidata dalla sindaca Cecilia Francese (poco più d’un anno fa) con uno schema di convenzione che prevedeva la realizzazione della pompa di benzina “in cambio” della cessione a Palazzo di città dell’area verde a ridosso del corso d’acqua, così da farne un parco fluviale. In miniatura rispetto a quello preconizzato dalle amministrazioni che da sempre si sono succedute alla guida della città.

Fonte lacittadisalerno.it – Articolo di c.l.

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