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Il benzinaio più caro d’Italia è rimasto senza distributore: la Ip ritira la licenza e il caso finisce in tribunale

L’impianto di Trani è diventato famoso per via di un video in cui il gestore ammetteva: «Neanche io mi rifornisco qui». Dopo la decisione della società titolare, i fratelli Centrone hanno presentato ricorso in tribunale.

È finita in tribunale la questione che vede, loro malgrado, protagonisti i fratelli Centrone, gestori della pompa di benzina più cara d’Italia, che si trova a Trani: un litro di benzina costava 2 euro e 34 centesimi; un litro di diesel 2 euro e 44 centesimi. Il guadagno per i gestori, qualunque fosse il prezzo, si attestava sui 3 centesimi a litro. Prezzi alti al punto da scoraggiare chiunque dal rifornirsi in quella stazione di servizio. Persino i gestori avevano dichiarato di fare rifornimento di carburante altrove, così emerso da una video intervista dell’emittente Telenorba diventata virale. La Ip, titolare dell’impianto, ha risolto il contratto di somministrazione e comodato d’uso dell’impianto, ha depositato l’autorizzazione al Comune di Trani e ha chiesto di tornare in possesso dell’impianto stesso, lamentando un danno di immagine e contestando la presunta violazione di una clausola che obbligava i gestori all’acquisto di carburante dalla società. 

La questione finisce in tribunale

I fratelli Centrone avrebbero dovuto rifornire l’impianto con 4mila litri di carburante che però difficilmente avrebbero potuto vendere, giacché la casa madre non aveva adeguato da tre anni i prezzi al mercato, rendendo particolarmente caro il prezzo alla pompa. «Ciò avrebbe comportato una immobilizzazione del capitale», afferma l’avvocato Angelo Scuderi che, per conto dei fratelli Centrone, si è opposto al provvedimento della Ip. I due fratelli benzinai chiedono di continuare a lavorare nel distributore di benzina, con prezzi del carburante adeguati al mercato. La decisione del giudice, che valuterà se la risoluzione dell’accordo tra la titolare dell’impianto e i suoi gestori sia legittima o meno, è stata rinviata al 5 giugno. Ad oggi l’impianto è fermo e non viene erogato carburante. I due fratelli continuano a lavorare nell’autolavaggio, che si trova all’interno dell’area della stazione di servizio.

Fonte bari.corriere.it – Articolo di Giuseppe di Bisceglie

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