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Eni, Descalzi anticipa il Piano Mattei “Due anni per sostituire il gas russo”

L’ad ringrazia l’Egitto: ci ha aiutato rinunciando ai suoi carichi per mandarli in Italia e riempire gli stoccaggi

L’Eni fa le prove tecniche del Piano Mattei. I temi e i toni dell’ad Claudio Descalzi sono gli stessi del suo illustre predecessore, che negli anni Cinquanta promosse una nuova visione di sviluppo fondata sulla collaborazione con le nazioni africane e sulla crescita reciproca. Parlando ieri a Milano alla convention di Forza Italia, il manager – appena confermato dal governo alla guida del cane a sei zampe – ha elogiato la partnership privilegiata con l’Egitto, che “ci ha aiutato rinunciando ai suoi carichi quest’estate per mandarli in Italia e riempire gli stoccaggi. Questi sono Paesi che, se dai, ricevi”.

Descalzi ha spiegato che la rapidità con cui l’Italia è riuscita a sopperire al taglio delle forniture del gas russo è legata alle “radici profonde” che il nostro Paese e l’Eni hanno costruito in Paesi come l’Egitto, l’Angola, l’Algeria, il Congo, il Mozambico. Che saranno protagonisti del Piano Mattei per l’Africa, annunciato per il prossimo ottobre dalla premier Giorgia Meloni nel corso delle sue recenti visite in Algeria, Libia ed Etiopia. “Investire nel tempo, rispettare gli altri, prendere dei rischi con chi ha bisogno, quindi diventare credibili, è quello che ci ha dato la capacità di questa diversificazione, di questa sostituzione parziale, che sarà completa tra due anni, del gas russo. È il concetto della libertà: se rispetti, liberi te stesso ma liberi anche il tuo interlocutore” ha spiegato l’ad dell’Eni.

Parole, soprattutto quelle riferite all’Egitto, che hanno immediatamente acceso la polemica politica. “Frasi inaccettabili – ha replicato Angelo Bonelli, deputato di Verdi e Sinistra – Risulta davvero sgradevole la lezioncina sulla libertà dell’amministratore delegato dell’Eni, riferita a un Paese che viola i diritti umani, il cui governo mette in carcere chi lo critica. Pecunia non olet, per avere il gas”.

Rincara la dose il segretario di Più Europa, Riccardo Magi: “A parte Regeni e Zaki che ci toccano direttamente, stiamo parlando di una dittatura militare che tiene arbitrariamente in galera decine di migliaia di propri cittadini”.

Tornando al Piano Mattei per l’Africa, Descalzi ha precisato che “se non fai investimenti, se non fai l’esplorazione, lo sviluppo, investimenti che comportano un rischio perché passa del tempo e tutto può cambiare, anche il mercato, questi Paesi non hanno gas da venderti”, sottolineando come “nel momento in cui abbiamo avuto bisogno siamo riusciti a parlare con loro per aumentare l’export verso l’Italia”. L’Eni ha sopperito velocemente alla carenza di gas russo perché “abbiamo continuato a investire in questi Paesi, dando circa l’80% del gas per lo sviluppo locale, per l’accesso all’energia, per l’elettricità, assumendoci dei rischi con loro”. Ma sulla sicurezza energetica il lavoro non è completo – ha aggiunto Descalzi – perché sostituire circa 30 miliardi di metri cubi non è una cosa semplicissima. “Negli ultimi 8 anni – ha spiegato – abbiamo perso la produzione nazionale, abbiamo avuto spinte finanziarie per non investire nel metano e occuparci del futuro senza preoccuparci del presente”.

Secondo l’ad dell’Eni è “giusto parlare di rinnovabili e di idrogeno, noi ci stiamo investendo moltissimo” però occorre anche fare i conti con una domanda di gas che in Europa si è rivelata “inelastica” e che, contro le previsioni di un dimezzamento, si è mantenuta stabile a 400 miliardi di metri cubi annui dal 2000.

Fonte quotidiano.net –  Articolo di  Andrea Ropa

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