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Il taglio dell’Opec accende il petroliferi, rally per Tenaris, Eni e Saipem

Raggiunto un accordo per estendere il calo della produzione al 2024, fissando a 40,46 milioni di barili al giorno il nuovo target di produzione di petrolio per il 2024, con l’obiettivo di stabilizzare il mercato.

I titoli petroliferi premono sull’acceleratore nella prima seduta della settimana in scia al rally del greggio dopo la riunione dell’Opec+ del fine settimana. L’organizzazione, che mette sul mercato circa il 40% del greggio a livello mondiale, ha raggiunto un accordo per estendere i tagli alla produzione al 2024, fissando a 40,46 milioni di barili al giorno il nuovo target di produzione di petrolio per il 2024, con l’obiettivo di stabilizzare il mercato. In particolare, la Russia ha garantito fino a fine 2024 il suo taglio alla produzione volontario di 0,5 milioni di barili al giorno, mentre gli Emirati Arabi Uniti hanno ottenuto un aumento delle loro quote per l’anno prossimo.

Impatto immediato sui prezzi del greggio

Inoltre, l’Arabia Saudita ha annunciato un altro taglio volontario alla produzione di greggio, per una riduzione unilaterale di 1 milione di barili a luglio, con l’opzione di estenderla. Il taglio si aggiunge a quello volontario di 0,5 milioni di barili annunciato ad aprile (la produzione saudita raggiungerà a luglio 9 milioni di barili al giorno, il livello più basso dal 2021). Le decisioni hanno avuto un prevedibile impatto immediato sui prezzi del greggio: i future del Wti scadenza luglio salgono del 2,5% a 73,53 dollari al barile, quelli del Brent scadenza agosto del 2,35% a 77,9 dollari. Di conseguenza, anche i titoli del comparto volano. A Milano si piazzano in vetta Tenaris -1,20%, Saipem -1,82% ed Eni -1,32%, mentre a Londra si mettono in evidenza Bp e Shell.

Per analisti «il mercato deve affrontare venti contrari»

«Riteniamo che la decisione possa avere impatti rialzisti sui prezzi del greggio solo nel breve termine e a cifra singola in quanto il taglio deciso dall’Arabia Saudita riguarda al momento solo il mese di luglio. La decisione è segnaletica per i sauditi circa il mantenimento della stabilità dei prezzi del greggio», sottolineano gli analisti di Equita. Va comunque detto che sull’andamento dei prezzi incide anche il rallentamento della domanda e, secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, un recupero è atteso solo nel secondo semestre 2023, prevalentemente grazie alla Cina.

«Il mercato petrolifero deve affrontare venti contrari a causa di una riapertura irregolare dell’economia cinese, problemi bancari statunitensi, alti tassi di interesse e forte crescita della produzione petrolifera al di fuori dell’Opec+, compresi Stati Uniti, Canada, Brasile, Norvegia e Guyana», spiegano gli analisti di Intermonte, sottolineando che «in termini di domanda mondiale di petrolio e fondamentali dell’offerta, il taglio probabilmente espanderà un deficit di offerta precedentemente previsto nel terzo trimestre di quest’anno. I prezzi sono stati deboli ultimamente e l’impatto di questo taglio resta da valutare».

Fonte ilsole24ore.com – Articolo di Stefania Arcudi

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