Il prodotto petrolifero è risultato di illecita provenienza. Denunciato il titolare dell’attività a Villa Santa Maria.
Un distributore di carburante per autovetture abusivo è stato individuato dal comando provinciale della guardia di finanza di Chieti che ha provveduto a sequestrare 4.650 litri di carburante e a denunciare il titolare nell’ambito dell’azione di contrasto all’economia illegale.
L’attività di distribuzione di carburante privo della prevista licenza è stata rivleata dai finanzieri della Compagnia di Lanciano nel comune di Villa Santa Maria: qui le fiamme gialle frentane hanno sorpreso un uomo intento a rifornire un’autovettura con una pistola di erogazione adattata appositamente ad una cisterna collocata su un autocarro leggero.
Oltre a risultare sprovvisto della licenza prevista per gli impianti di distribuzione di carburante, il soggetto, un cinquantenne della provincia di Isernia, non è stato in grado di dimostrare la lecita provenienza del carburante commercializzato.
Durante la ricognizione dell’area interessata, i militari hanno rilevato la presenza di quattro cisterne di stoccaggio, dalla capacità complessiva di 70.000 litri (dotate di pistole erogatrici e contalitri digitali), ponendole sotto sequestro unitamente a 4.650 litri di sostanza petrolifera, ad un autocarro leggero, ad un terminale pos per i pagamenti al fornitore del prodotto e ad una banconota da 50 euro appartenente all’incauto “cliente” intento ad ottenere, a buon mercato – il diesel costava 1,40 euro al litro – il rifornimento.
Il titolare dell’attività è stato denunciato alla procura della Repubblica di Lanciano per i reati di sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sui prodotti energetici e di ricettazione.
Accertamenti sono ancora in corso per accertare l’origine del combustibile venduto illecitamente.
Così il comandante provinciale della guardia di finanza di Chieti, Michele Iadarola: “Il ricorso alle frodi alle accise arreca gravi danni alle entrate dello Stato violando le regole sulla libera concorrenza e generando effetti distorsivi sui prezzi a danno degli operatori onesti, nondimeno è il rischio per l’ambiente e la circolazione stradale qualora, i prodotti petroliferi, siano chimicamente alterati”.
Fonte chietitoday.it