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GPL, un carburante sottovalutato?

Nel 2023, le auto a Gpl vendute in Italia hanno rappresentato il 9% del totale. Una fetta di mercato dominata da Renault e Dacia (con le best seller Sandero, Duster e Captur sul podio) e da pochi altri esempi, per lo più attinenti al mondo delle citycar e alle fasce più economiche. Con un prezzo al litro che è meno della metà di quello della benzina, in effetti, il risparmio è sempre stato uno dei cavalli di battaglia di questa alimentazione, che però nasconde delle potenzialità (forse sottovalutate) anche dal punto di vista funzionale.
Per capire di cosa stiamo parlando, bisogna partire da un velocissimo ripasso di chimica: la sigla Gpl sta per “gas di petrolio liquefatto” e descrive una miscela costituita principalmente da propano, una percentuale minoritaria di butano e piccolissime quantità di etano o altri idrocarburi. Il propano non è altro che una piccola catena di tre atomi di carbonio circondati da otto atomi di idrogeno, mentre il butano, molecola più pesante, è formato da quattro atomi di carbonio e 10 atomi di idrogeno. La caratteristica fondamentale di questa miscela è di essere un gas a temperatura e pressione ambientali, e di poter liquefare molto facilmente se compressa. E avere un liquido già a pochi bar significa poter stoccare comodamente una buona quantità di materia, a differenza di quanto avviene per il metano o, ancor peggio, l’idrogeno, che richiedono pressioni di centinaia di atmosfere.
Allo stesso tempo, la natura gassosa del Gpl presenta un vantaggio non indifferente per la fase di combustione: la miscelazione con l’aria è molto più facile. Se benzina e gasolio necessitano di particolari accorgimenti dal punto di vista dell’iniezione e della fluidodinamica interna al cilindro per poter vaporizzare, per il Gpl questo processo è spontaneo. Il risultato è una combustione più uniforme e una produzione decisamente minore di particolato, che nei motori benzina e, soprattutto nei diesel, è formato proprio dall’incompleta combustione di goccioline di carburante che non sono state in grado di evaporare (e quindi di bruciare) completamente. In più, se torniamo alla formula chimica del propano, possiamo notare che il rapporto fra atomi di idrogeno e atomi di carbonio all’interno della molecola è 8/3, cioè 2.67, valore molto alto se paragonato al 1.7-1.9 di benzina e diesel. Più atomi di idrogeno in proporzione agli atomi di carbonio si traducono in una combustione che a parità di massa di carburante produce meno CO2.
Un carburante quindi intrinsecamente più pulito rispetto a benzina e gasolio (che infatti ha spesso permesso anche di godere di ecoincentivi), ma anche un carburante efficace. Non tutti forse sanno, per esempio, che il Gpl ha un’ottima resistenza alla detonazione, con un numero di ottano superiore a 100, caratteristica che permette al motore di lavorare con maggior anticipo e compressione, favorendone il rendimento.
Il rovescio della medaglia è che il Gpl possiede un potere calorifico per unità di volume minore rispetto a quello di benzina e gasolio (23.7 MJ/l contro 31.7 e 36.1, rispettivamente). In altre parole, un litro di Gpl contiene quasi il 30% in meno di energia rispetto a un litro di benzina. Questo unito al fatto che il gas in fase di aspirazione occupa volume che potrebbe essere destinato all’aria, rischia di ridurre le prestazioni del motore. Conseguenza che era effettivamente presente nei primi impianti a Gpl, ma che è stata fortemente limitata, se non completamente annullata, sui motori di ultima generazione turbocompressi e a iniezione diretta. Similmente, anche i problemi di affidabilità legati all’usura precoce delle valvole e relative sedi sono stati mitigati dai materiali e dall’affinamento degli impianti più moderni.
E così, se da un lato l’alimentazione a Gpl sembra oggi decisamente più matura rispetto a qualche anno fa, dall’altro bisogna constatare come i modelli su cui viene effettivamente proposta si stiano riducendo, a causa della polarizzazione verso motorizzazioni a benzina elettrificate o completamente elettriche. Ma in virtù di quanto ci siamo appena detti, il gas di petrolio liquefatto non meriterebbe ancora un po’ di attenzione?


Fonte quattroruote.it

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