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Faceva la cresta sugli incassi del distributore, ammanchi per circa 20mila euro: nei guai un dipendente

OTRANTO (Lecce) – Faceva la cresta sugli incassi del distributore di carburanti per il quale lavorava. Ammanchi accertati in 20mila e 700 euro spariti in pochi mesi. Il responsabile? M.E., un 40enne di Otranto, addetto all’impianto di distribuzione ci carburanti al dettaglio presso la stazione di servizio Bello Carburanti, in via del Porto, nella città dei Martiri. Il dipendente è finito sotto processo così come disposto dal giudice per l’udienza preliminare Alcide Maritati che ha così recepito il contenuto della denuncia formalizzata nei mesi scorsi dal legale rappresentante della società dopo un controllo effettuato nei registri contabili. Il dipendente mano lesta e infedele avrebbe riportato nei registri di carico e scarico dati relativi alle forniture e alle vendite del carburante non corrispondenti a quelli del contatore della colonnina. Un ammanco registrato in pochi mesi: da marzo ad agosto del 2020 è stato accertato in complessivi 12mila litri di gasolio destinati al rifornimento di natanti.

In soldoni: 20mila euro. Di fatto i vertici della società hanno rilevato delle anomalie sull’andamento delle vendite che ha reso necessario una verifica. E i sospetti si sono concentrati sul dipendente che, per lavoro, aveva accesso ai registri contabili della società. Sulla scorta della denuncia, la Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio ipotizzando il reato di appropriazione indebita, reato riqualificato in truffa aggravata dall’aver commesso il fatto con abusi di prestazioni d’opera dopo una perizia di una commercialista richiesta nel corso dell’udienza preliminare dal gup Alcide Maritati.

Lo stesso giudice ha disposto il rinvio a giudizio del dipendente che, nel frattempo, è stato licenziato. Il provvedimento della società è stato impugnato davanti al Tribunale del Lavoro. Intanto, M.E.. dovrà presentarsi il 12 aprile del 2024 davanti alla giudice monocratica Giovanna Piazzalunga per l’inizio del processo in cui il legale rappresentante della società si è costituito parte civile chiedendo un risarcimento di 50mila euro con l’avvocato Luigi Corvaglia. A difendere l’imputato, ci penserà l’avvocato Ubaldo Macrì.

Fonte corrieresalentino.it –  Articolo di F.Oli.

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