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Dalle batterie all’idrogeno: il piano di Marco Alverà per la transizione

Durante la video-chiamata in cui stiamo intervistando Marco Alverà, l’ex Ad di Snam (co-fondatore di due delle principali startup europee della transizione energetica, Zhero e Tes) condivide lo schermo e mostra il Mediterraneo su Google Maps. Il cursore si poggia sull’Italia e ingrandisce sulla Puglia.

“Guarda le dimensioni medie dei terreni: pochi ettari, quasi tutti coltivati. È vero che abbiamo tanto sole, ma non abbiamo terra vuota su cui mettere gli impianti”, spiega, dopo che gli abbiamo chiesto perché i piani energetici italiani hanno virato con così tanta decisione verso l’Africa.

“Put the panels where it’s sunny”

“Guarda l’Algeria, o la Tunisia: una porzione minima dei loro deserti sarebbe abbastanza per fornire tutta l’energia di cui ha bisogno l’Europa”. Eppure puntare sulle rinnovabili africane – che oggi come oggi, numericamente, sono quasi inesistenti – significa costruire un sistema da zero. Per questo, dice Alverà, “è utile allearsi con il Medio Oriente, il cui costo del capitale è più basso(6-7%), rendendo più accessibili gli investimenti nei paesi in via di sviluppo”.

Ha seguito la stessa logica l’Italia con gli accordi di fine gennaio firmati a Riad con l’Arabia Saudita. Molti di quegli accordi sono energetici e alcuni coinvolgono anche Tes e Zhero, dice Alverà, che non rivela altre informazioni. Produrre energia pulita in un continente e venderla in un altro è al centro del business di Tes, Tree Energy Solutions.

“Put the panels where it’s sunny” è lo slogan di Alverà, e finora quei pannelli grazie ai quali Tes produce e trasporta l’e-Ng (electric natural gas, metano sintetico a base di CO2 e idrogeno), sono arrivati nelle assolate Spagna e Oman ma anche in Nord America, Svezia, Finlandia, al servizio dei mercati giapponese, europeo, coreano e canadese.

Le creature di Alverà: Tes e Zhero

Oltre a Tes, Alverà guida Zhero, azienda con base a Milano che possiede e gestisce progetti di energia rinnovabile su larga scala: le due startup si completano a vicenda, e hanno alcuni investitori in comune.

Azimut, ad esempio, ha investito 55 mln di euro su entrambe lo scorso maggio. È l’idrogeno a unire le imprese attuali di Alverà con il suo passato di Ceo del gigante italiano del gas: è stato lui ad avviare le sperimentazioni per l’inserimento della molecola verde (perché prodotta da rinnovabili) nel mix di gas naturale distribuito da Snam.

Alverà ha lasciato Snam a inizio 2022 e ha cofondato le due aziende con la Ceo di Zhero Alessandra Pasini, ex Cfo di Snam, Paddy Padmanathan, ex Ceo di Acwa Power, ed Enrico Vitali. Tra i progetti c’è Medlink, per portare energia rinnovabile da Algeria e Tunisia in Italia tramite cavi sottomarini (un progetto parte del piano Mattei italiano e riconosciuto come strategico dall’Ue).

Zhero lavora anche all’installazione di 1,5 GW in batterie in Italia. Per quanto riguarda le molecole, un progetto sull’ammoniaca verde (estratta dall’idrogeno, può anche essere ri-trasformata in H2) viene sviluppato in Namibia.

Il progetto più immediato di Tes è un rigassificatore in Germania, a Wilhelmshaven: inizialmente utilizzato per l’importazione di gas naturale liquefatto ‘convenzionale’, quando verrà usato per l’idrogeno (la stima è partire nel 2025) sarà uno dei più grandi progetti di importazione di combustibili verdi in Europa.

L’opportunità delle rinnovabili

Già nel 2022 il fondatore di Tes e Zhero era convinto di avere per le mani qualcosa di più maturo, rispetto a una startup: “Facciamo cose innovative, ma usando tecnologie e infrastrutture esistenti, con partner robusti. Non si tratta di scommesse. Siamo ben capitalizzati grazie agli investitori, ma non raccogliamo fondi per fare ricerca: li usiamo per realizzare progetti già definiti”. Alverà non esclude che entrambe le aziende possano diventare “public company. Ma le grandi aziende non passano più necessariamente per la Borsa. Fondi di private equity e strutture finanziarie private sono altre opzioni valide”.

Oggi Alverà è ancora più convinto della scelta fatta tre anni fa: “Per le rinnovabili dopo un periodo di inflazione post-Covid, adesso i costi sono bassissimi”, e non dovrebbero essere impattati né dai dazi (“quelli sui pannelli cinesi non sono una novità”) né dal ‘Drill, baby, drill’ di Donald Trump. Anzi: “Se significa più GNL americano a basso costo per l’Europa, è positivo. Il metano rimane il combustibile fossile più pulito”, ricorda Alverà.

Progetti e traguardi in Italia

Per quanto riguarda i piani per le batterie italiane, Alverà dice che alcune autorizzazioni sono già state ottenute, e i progetti dovrebbero “entrare in fase di costruzione entro la fine dell’anno. Parteciperemo alle aste governative per le batterie e anche gli interconnettori di Medlink procedono”.

Quando si sviluppano progetti in Italia, saper gestire i rapporti con territori e autorità “è una delle cose che sappiamo fare meglio. Abbiamo imparato l’importanza di coinvolgere le comunità locali già dai tempi di Snam e del Tap”.

L’entrata in funzione del gasdotto pugliese fu una vittoria per Alverà, che tre anni fa si augurava un raddoppio per la capacità del gas trasportato che ancora non è arrivato. L’introduzione del metano sintetico per Alverà può aiutare ad aumentare la capacità del Tap, “usandolo per importare energia rinnovabile da Turchia e Azerbaijan, allungando allo stesso tempo la vita dell’infrastruttura.

Uno dei vantaggi dimenticati dell’energia pulita”. Che si tratti di reti o elettrolizzatori per la produzione di idrogeno (“stiamo lavorando per aiutare l’industria europea a consolidarsi”) nelle parole di Alverà si legge spesso lo stesso invito alla collaborazione che ha caratterizzato la sua carriera e un suo famoso Ted Talk, di qualche anno fa.

“Passando da una banca d’affari americana (Goldman Sachs, ndr) dove c’è una forte competizione interna a realtà come Enel ed Eni, ho capito che i modelli più collaborativi funzionano meglio”.

Per il metano sintetico Alverà ha creato un’alleanza di cui fanno parte giganti come Total, Mitsubishi, Engie e Shell. La collaborazione è l’ingrediente segreto per un’impresa di successo. Tra aziende, questa filosofia potrebbe aiutare a compiere una rivoluzione (quella a base di idrogeno e rinnovabili) che stiamo ancora aspettando.

Il metano (sintetico) ti dà una mano

“L’e-NG è il combustibile non fossile migliore perché combina i vantaggi delle rinnovabili e del gas”. Spiega così Alverà il motivo per cui ha deciso di scommettere sul metano sintetico scoperto da Paul Sabatier, che per questo ha vinto il premio Nobel nel 1912.

Secondo il Clean Technology Observatory della Commissione Europea, guidato dal suo Joint Research Center (JRC), la reazione di metanazione per la produzione di e-Ng (che combina idrogeno verde con anidride carbonica per ottenere metano) è il modo più immediato per trasportare l’idrogeno verde. Inoltre, le reti sono le stesse del gas naturale.

20%

L’e-Ng rappresenterà quasi il 20% della domanda globale di energia per gli e-fuels entro il 2050, secondo la Global Alliance Powerfuels, con un totale di 8.590 TWh di domanda finale di energia termica. Secondo Alverà il metano sintetico sosterrà anche i consumi dei nuovi data center.
“Non possiamo pensare di costruire centinaia di elettrodotti: sarebbe costoso e insostenibile. Il metano sintetico, che viaggia nei tubi esistenti, può aiutare”.

3.000 GWH

Vanno considerati anche gli impianti che utilizzano CO2 biogenica, cioè prodotta da biomasse, e non solo quella ‘catturata’ dalle tecnologie Ccs.

La produzione di e-Ng in Europa sta crescendo rapidamente. Attualmente, sono operativi 35 impianti, di cui 33 completamente rinnovabili.

La Germania è il paese leader con 14 strutture attive. Inoltre, in Europa sono previsti o in costruzione altri 20 nuovi impianti di e-Ng.

Negli ultimi otto anni, secondo l’European Biogas association, la capacità di produzione di e-Ng in Europa è aumentata da 20 a 449 GWh all’anno, che saranno 3.000 nel 2027. In Finlandia, Germania e Danimarca ci sono le maggiori capacità di produzione.

Fonte fortuneita.com – Articolo di Alessandro Pulcini

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