Nahid Miah aveva 36 anni, due figli piccoli, e lavorava ogni giorno come gestore di una pompa di benzina per garantire un futuro alla sua famiglia.
È stato ucciso durante una rapina, mentre cercava di difendere il proprio lavoro. Una coltellata al petto mentre svolgeva un mestiere che spesso viene dimenticato ma che comporta ogni giorno fatica, esposizione e – noi lo sappiamo bene – anche pericolo.
Questa tragedia ci obbliga a riflettere: quanti rischi corrono ogni giorno i benzinai? Quanti lavoratori silenziosi si trovano soli e vulnerabili di fronte alla violenza e alla criminalità?
Nahid non c’è più. Ma la sua storia deve restare.
Per rispetto. Per giustizia. Per evitare che accada di nuovo.
Ci stringiamo al dolore della sua famiglia e chiediamo che si accendano i riflettori su un mestiere troppo spesso dato per scontato.