L’area attorno al capoluogo e quella a nord della provincia sono le peggiori in Lombardia per presenza di distributori di metano e di gpl. Chi viaggia con questo tipo di propulsione deve infatti pregare di non rimanere a secco dalle nostre parti, altrimenti trovare un’area di servizio per il rifornimento è come cercare un ago in un pagliaio. Per la precisione, per il metano ce ne sono soltanto due: sulla Strada provinciale 1, a Capolago e a Gavirate. Mentre col Gpl si sale a tre: sempre a Capolago e poi a Castronno e Sesto Calende. Insomma, in questo caso il metano non dà una mano. E men che meno il gpl.
Entrando nei dettagli dei numeri, su ventiquattro zone con cui la Regione Lombardia monitora la presenza di questo tipo di stazioni per il carburante, le due più varesine fanno segnare i peggiori dati della Lombardia. Addirittura nel bacino del Luinese si è fermi a zero, unico caso regionale. Solo altre aree poco popolose come quelle di Menaggio e della Valcamonica registrano risultano paragonabili a quelli del Varesotto, mentre fra Bergamo, Cremona e Brescia, per esempio, ci sono 58 stazioni per il metano metano e 156 per il gpl. Il Varesotto va meglio nel sud della provincia, con una dozzina di posti di rifornimento sparsi nel triangolo fra Saronno, Gallarate e Busto Arsizio.
Ma perché avviene questa carenza? «Storicamente – spiega Stefano Roselli, referente provinciale di Faib-Confesercenti, la Federazione autonoma italiana benzinai – le province di Como e Varese hanno avuto una bassissima presenza di punti per il pieno di gpl o metano. Sia perché andando in Svizzera la benzina costava meno, sia perché da vent’anni a questa parte, la carta sconto rende conveniente sempre fare il pieno di benzina anche in Italia. A questa situazione, per il metano, si aggiunge il fatto che il rifornimento dura molto tempo e, quindi, ciò taglia fuori i veicoli che viaggiano molto, come camion e furgoni. Sommati tutti questi aspetti, si arriva alla conclusione che nessun imprenditore varesino del settore ha voluto scommettere su dei carburanti per cui manca la clientela». E la tendenza non sembra debba cambiare. Anzi: «La nuova normativa – aggiunge Roselli – dice che il costruttore di un nuovo impianto, deve realizzare almeno una postazione con del carburante ecosostenibile, fra cui il metano e il gpl. Ma, oggi, si tende invece a privilegiare la ricarica elettrica, perché i dati delle vendite di questi veicoli è decisamente superiore e, probabilmente, questa tendenza proseguirà, con un lento avanzare, anche nei prossimi anni».
Fonte prealpina.it