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Dalla Svizzera: «Col fatto che c’è poca gente in giro, gli affari sono calati di quasi il 50%»

Crisi Covid: stare a casa equivale a usare poco l’auto. Sconforto tra i benzinai. Lo sfogo del 35enne Davide Ciaburri.
Padre di famiglia, il piccolo imprenditore racconta il “momentaccio” di chi lavora nella sua categoria. «Grazie a Dio – dice – abbiamo i nostri due bambini che mi danno serenità e sorrisi».

Ha due bambini piccoli da mantenere. E un’impresa a conduzione famigliare a cui badare. Davide Ciaburri, 35 anni, fa il benzinaio. E da quando, in seguito alla crisi del Covid-19, le autorità spronano la popolazione a stare a casa per lui gli affari non vanno tanto bene. «La clientela – ammette – è calata del 40-50%. C’è poca gente in giro. Stare a casa equivale a usare meno la macchina. E si sente». 

Entusiasmo, nonostante tutto – Il sentimento di Davide è quello di tanti altri lavoratori che appartengono alla sua stessa categoria. In alcune zone c’è chi ha avuto un crollo del 70% della cifra d’affari. «Non mi piace piangermi addosso e non voglio fare vittimismo – sostiene –. La situazione sanitaria è seria. Ed è comprensibile che ci siano dei timori da parte della popolazione. Noi rispettiamo scrupolosamente ogni regola. Io e mia moglie Katia portiamo avanti questo chiosco da due anni e mezzo. Quando abbiamo iniziato avevamo grande entusiasmo. E continuiamo ad averlo, nonostante tutto».

La storia che si ripete – Già durante il primo lockdown, la scorsa primavera, c’erano stati problemi a livello di entrate per la famiglia Ciaburri. Davide lo ammette senza alcun problema. «Ora la storia si ripete purtroppo. E ci spiace anche per quei ragazzi a ore a cui diamo lavoro. Ovviamente non essendoci traffico, non possiamo dare loro le stesse certezze del passato al momento. Il calo della clientela è notevole. C’è chi è in quarantena, chi pratica il telelavoro, altri hanno paura a uscire di casa in generale. L’obbligo di home working, subentrato di recente, ha avuto un peso ulteriore ovviamente».

La forza dei bambini – Il 35enne, la cui abitazione è annessa al negozio, guarda comunque avanti. E cerca di vedere anche i lati positivi della situazione. «Prima o poi questa emergenza sanitaria finirà. Sappiamo che c’è gente che sta peggio di noi. È chiaro che non possiamo essere contenti della situazione economica attualmente. Però abbiamo due bambini, Soleil e Santiago. Grazie a Dio ci sono loro. Ci riportano serenità e sorriso anche in un periodo così».   

Fonte tio.ch – Articolo di Patrick Mancini

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