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Maxi-frode dei carburanti, trovati i documenti falsi per distribuire 10 milioni di litri di gasolio taroccato

Nuovi sviluppi nell’inchiesta “Petroloro”, che ha permesso di smascherare un’organizzazione che ha evaso 7 milioni di euro con il gasolio taroccato. Il deposito toscano era a Crespina (PI)

Nuovi sviluppi nell’inchiesta Petroloro, che ha permesso a un’organizzazione di  evadere almeno 7 milioni di euro mettendo in circolazione circa 10 milioni di litri di gasolio taroccato, tagliato con l’olio. Pagato a prezzo pieno, ma in realtà con quantità e qualità inferiori. Carburante finito anche nei serbatoi degli automobilisti pisani.Uno dei depositi di stoccaggio di carburante venduto all’ingrosso era a Crespina gestito dalla società Ksenya. Altri si trovano tra Mantova, Verona e Caserta.

Le fiamme gialle del comando provinciale di Pisa e l’ufficio delle Dogane di Pisa, in collaborazione hanno accertato un’evasione di accisa per quasi 6,5 milioni di euro a carico di un deposito commerciale di prodotti energetici, al termine di una complessa attività di indagine delegata dalla procura di Pisa e coordinata dalla sezione antifrode dell’ufficio Antifrode e controlli dell’Agenzia delle Dogane – Dt VI e dal nucleo di polizia economico finanziaria – sezione tutela economia – della guardia di finanza di Pisa. 

Un’indagine conclusasi nell’arco di pochi mesi con l’emissione, tra gli altri, di 20 provvedimenti di natura cautelare, restrittivi delle libertà personale. 

A seguito delle verifiche sulle contabilità del deposito, gestito di fatto da un’associazione a delinquere ramificata su tutto il territorio nazionale, sono stati rinvenuti 239 documenti di accompagnamento semplificati (Das) falsi mediante i quali sono stati introdotti nell’impianto l 10.339.720,71 litri di prodotto petrolifero, sottratto all’accertamento e al pagamento delle imposte relative.

Le analisi qualitative eseguite da parte dei laboratori chimici delle Dogane sul prodotto hanno accertato che si trattava di una miscela costituita da vari tagli di idrocarburi fiscalmente classificabili come olio lubrificante.

Il prodotto veniva commercializzato in diverse regioni d’Italia dall’organizzazione criminale attraverso varie società “cartiere” e trasportato a destino da autisti compiacenti, consentendo la vendita a prezzi più bassi con conseguente distorsione del mercato e concorrenza sleale. 

Fonte iltirreno.it

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