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Cashback, il governo pensa a rivederlo: l’ipotesi algoritmo anti furbetti.

Si fa sempre più concreta l’ipotesi di una revisione del meccanismo del cashback da parte del governo: nel mirino il superbonus e le microtransazioni.

Anche il meccanismo del Cashback entra nel mirino del governo Draghi, che punta a modificarlo in alcuni degli aspetti che fino a questo momento sono risultati più problematici. L’esecutivo guidato dall’ex presidente della Bce punta infatti a limitare il raggio d’azione dei cosiddetti furbetti, che approfittando dell’assenza di un limite minimo di spesa per ogni acquisto hanno cercato di raggiungere il traguardo del superbonus con decine di microtransazioni presso i punti vendita, in particolare dai benzinai.

Cashback, la misura nel mirino del governo Draghi.
Secondo la normativa del primo Cashback, in vigore dallo scorso 8 dicembre fino alla fine del medesimo mese, chi eseguiva almeno 10 transazioni con la carta poteva contare su un rimborso del 10% fino a un massimo di 150 euro. Una sperimentazione a cui sono seguiti e seguiranno altri due periodi per poter sfruttare dei rimborsi sulle transazioni digitali: dal 1 gennaio al 30 giugno 2021 e dal 1 luglio al 31 dicembre 2021.

La misura è stata tuttavia criticata dagli stessi vertici della Bce, che hanno accusato l’Italia di “minare la neutralità dei mezzi di pagamento”.
Il nodo da sciogliere resta però quello del cosiddetto superbonus (riservato a chi si classifica tra i primi 100mila iscritti al programma per numero di transazioni) e delle microtransazioni che possono essere effettuate per poterlo raggiungere.
Mancando infatti un limite minimo di spesa per gli acquisti in formato digitale, bastano anche soltanto pochi centesimi alla volta per effettuare decine di transazioni in poco tempo e poter così ambire al super bonus.

L’ipotesi dell’algoritmo
Una problematiche il governo sta pensando di risolvere grazie all’adozione di un algoritmo anti furbetti, che possa definire una soglia minima di spesa per ogni transazione oppure che limiti a un tetto massimo il numero di pagamenti digitali che possono essere fatti in un determinato punto vendita. Tra gli esercizi commerciali più colpiti da questo modus operandi vi sono infatti i benzinai, come conferma anche Bruno Bearzi, della Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti: “La classifica del cashback è già falsata. E non è giusto che siano i gestori delle stazioni di benzina ad andarci di mezzo”.

Fonte notizie.it

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