A spiegare il fenomeno il direttore della Direzione Interregionale di Agenzia Dogame e Monopoli Gianfranco Brosco
Svolgono il ruolo di intermediari stoccando i carburanti in depositi di terzi autorizzati per poi rivendere i prodotti energetici a distributori compiacenti (perlopiù le cosiddette pompe bianche) che, risparmiando sull’Iva non versata dal loro fornitore, riescono a vendere benzina e gasolio a prezzi concorrenziali. Questo il business dei cosiddetti traders. Un fenomeno che conoscono bene gli uomini dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Lazio e Abruzzo che hanno scoperto il business degli intermediari “furbetti” ritirando decine di licenze.
Un fenomeno molto sviluppato a Roma e provincia, in particolare nelle zone della Laurentina, Magliana e Roma Nord dove i traders sono soliti stoccare i carburanti sfruttando i depositi e autocisterne autorizzate di terzi, il tutto evitando di pagare l’iva con un netto guadagno per tutti gli attori interessati dalla frode. A spiegare nel dettaglio il fenomeno a RomaToday il direttore della Direzione Interregionale di ADM Lazio e Abruzzo Gianfranco Brosco.
“Il sistema è molto semplice e redditizio – spiega il dottor Brosco -. In pratica i traders, titolari di licenze per la commercializzazione dei prodotti energetici, si appoggiano presso depositi autorizzati di terzi usufruendo poi delle loro autocisterne per distribuire il carburante soprattutto in quelle che gergalmente sono conosciute come le “pompe bianche”. Un sistema che consente ai traders di non pagare l’Iva e di poter rivendere i prodotti energetici a prezzi concorrenziali, danneggiando inevitabilmente i distributori legali che, pagando l’Iva, le tasse e le imposte, non possono sostenere la concorrenza di chi alimenta questo sistema“. Molte le frodi scoperte dagli uomini di ADM in qualche circostanza, una volta individuata la sede legale “ci siamo trovati davanti ad una semplice casella postale in luoghi inutilizzati e abbandonati”
Sistema che non riguarda indiscriminatamente tutte le cosiddette “pompe bianche”, “la maggior parte delle quali operano nella legalità”, sottolinea Gianfranco Brosco. In tale ambito gli uffici della Direzione dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, in particolare quello di Roma 1, per il numero particolarmente rilevante di soggetti interessati, hanno svolto un’importante attività di controllo preventivo dei Traders, ossia di quei soggetti, non titolari o gestori di strutture proprie, che intendono commercializzare e gestire flussi di prodotti energetici (carburanti) attraverso il loro stoccaggio presso altri operatori economici titolari di depositi fiscali e/o destinatari registrati.
L’alto indice di inaffidabilità fiscale riscontrato in molteplici Traders autori di frodi IVA sui carburanti ha avvalorato, alla luce dei riscontri, l’investimento lungimirante di risorse umane in tale attività.
Alla base delle numerose operazioni portate a termine e dei relativi, rilevanti risultati c’è l’attuazione di un piano studiato di contrasto agli illeciti nel settore dei carburanti attraverso le metodologie della oil revenues analysis, alla cui realizzazione sono impegnati tutti gli uffici della Direzione, sempre ricorrendo alla condivisione delle metodologie di analisi e di controllo incrociato delle informazioni provenienti dalla banche dati a disposizione.
Fonte romatoday.it – Articolo di Mauro Cifelli