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Torino, barista diventa benzinaio per sopravvivere alla crisi: multato perché la sua auto inquina troppo.

Titolare di un locale in centro, ha trovato lavoro in una pompa a Cuneo per sbarcare il lunario. Ci va con una vecchia Lybra prestatagli da un amico. Ora però è stato multato perché con un diesel euro 3 non poteva circolare: “Sono in difetto, lo riconosco. Ma qui ormai è tutto assurdo”.

Gli introiti del bar non bastano più. Da troppo tempo il Tuocc&Fuje di via Monte di Pietà, in centro a Torino, lavora a spizzichi e bocconi tra chiusure anticipate, lockdown, zone arancioni e pochissimo asporto. Per questo il suo titolare Giuseppe Viscardi ha cercato un’alternativa per arrotondare. Adesso, oltre al barista, fa il benzinaio. Ha trovato un lavoro a Cuneo in una pompa di benzina e ogni mattina – ma si sveglia nel cuore della notte – prende servizio alle 7 al distributore e poi nel primo pomeriggio torna al bar dove, nel frattempo, lascia i suoi dipendenti a gestire la poca clientela. 

A Cuneo va in macchina, una Lybra grigia che ha avuto in comodato d’uso da un’amico. È un vecchio diesel Euro 3 che non potrebbe circolare con i blocchi del traffico determinati dal semaforo regionale per limitare gli sforamenti di pm10.  Viaggiare con l’auto fuori norma, ieri, gli è costato una multa da 117 euro “perché il veicolo circolava nonostante le limitazioni senza rientrare in una delle categorie che sono esentate dai divieti”, si legge nel verbale.

Gli agenti lo hanno fermato in corso Marconi angolo via Nizza poco prima delle 17. “Non contesto la multa, non ero in regola. Dopo il lavoro a Cuneo mi sono allungato fino al bar per portare dei volantini con le promozioni per le zeppole di San Giuseppe, stavo tornando a casa – spiega – Non ho nessuna altra macchina, non mi posso permettere in questo momento di comprarne una nuova o anche usata ma di un modello più recente. È l’unico mezzo che mi permette di mantenere il lavoro a Cuneo che oggi è la mia principale fonte di guadagno”. Lo stesso giorno in cui ha ricevuto la multa Viscardi ha conservato lo scontrino della chiusura della cassa del bar: con 14 clienti tra bar e pasticceria ha incassato 83 euro. “Di questo passo per pagare la multa mi servono due giorni di lavoro”, dice. 

Da quando è iniziata la pandemia il suo bar era già finito nei guai a maggio. Viscardi era stato multato per aver consegnato alcuni caffé ai poliziotti in servizio davanti al banco dei pegni senza rispettare, secondo gli agenti che l’avevano multato, le regole dell’asporto. Contro quella sanzione il barista aveva fatto ricorso ma l’esito del contenzioso non è ancora arrivato. Questa volta non c’è nulla da contestare. “Sono in difetto – ammette – Ma è tutto il contesto ad essere assurdo. Sono stato quattro mesi chiusi, altri quattro solo con l’asporto, ho ricevuto non più di 4000 euro di ristori per un bar che  in tempi normali fattura anche 70 mila euro in un anno e non so più cosa inventarmi per tirare avanti”, si sfoga Viscardi. Pagherà la multa ma teme che non sarà la sola. “Non posso permettermi di perdere quel lavoro. Continuerò ad andare a Cuneo e tornare a casa con l’unica auto che al momento posso permettermi di usare. Se verrò di nuovo fermato mi multeranno ancora ma non so come altro fare, l’ho detto anche ai vigili l’altro giorno: vado a Cuneo per sopravvivere”.

Fonte larepubblica.it – Articolo di Carlotta Rocci

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