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Battaglia sulle autorizzazioni: assolto il titolare di un autolavaggio.

Si chiude la vicenda che ha visto andare sotto processo Mariano Tesorati.

Il giudice del tribunale di Ascoli Matteo Di Battista ha assolto Mariano Tesorati, 57enne finito sotto processo perché in qualità di amministratore unico della società “il Roccolo srl” con sede in San Benedetto, a Comunanza aveva aperto un impianto di lavaggio auto senza la prescritta Aua (autorizzazione unica ambientale). Nel corso dell’arringa difensiva, l’avvocato Mauro Gionni ha sostenuto davanti al giudice che “tale circostanza non è propriamente corretta, perché come emerso in dibattimento l’autolavaggio era già stato autorizzato dal precedente proprietario”. Il Tesorati aveva presentato già il 16 settembre 2016 la richiesta per l’autorizzazione Aua. “C’è stato un lungo rimbalzo di pratiche con il Comune di Comunanza e la Provincia di Ascoli, anche perché, essendo già autorizzato il lavaggio del precedente proprietario, non si capiva se si potesse fare una proroga, cioè un cambio di intestazione o una nuova richiesta” ha aggiunto il penalista.

Nel corso del dibattimento la vicenda è stata ricostruita sentendo diversi testimoni, collaboratori dell’imprenditore, personale di Comune e Provincia. Uno dei testimoni della provincia ha riferito che nel 2018, in occasione di una misurazione dell’Arpam dei rumori (non degli scarichi) è emerso che il Comune non aveva mai inviato, da febbraio 2017 ad ottobre 2018 queste integrazioni all’ente di competenza, la Provincia di Ascoli. “Questo ha causato il diniego da parte della Provincia dell’autorizzazione unica ambientale poiché nel frattempo l’Arpam aveva eseguito le misurazioni sopracitate evidenziando un superamento dei limiti dei rumori dovuti ad un cuscinetto usurato dell’impianto di asciugatura, prontamente sistemato. Se lo sportello unico delle attività produttive del Comune avesse inviato la documentazione di integrazione nei termini di legge, l’autolavaggio avrebbe avuto l’autorizzazione allo scarico richiesta, poiché per ottenere l’autorizzazione si sono limitati a ripresentare gli stessi documenti che erano già stati presentati dal vecchio proprietario”. La pratica è quindi rimbalzata per circa un anno e mezzo. “Se il Comune avesse inviato per tempo le integrazioni allo Sportello Unico del Piceno (Suap) – ha aggiunto il teste – avrebbero avuto l’autorizzazione; al massimo ci sarebbe stato solo il problema di risolvere il superamento di limiti del rumore previsti, problema peraltro poi risolto, considerando anche che l’Arpam gli ha concesso 90 giorni di tempo per provvedere).

Fonte ilrestodelcarlino.it – Articolo di Peppe Ercoli

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