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Salerno, “Pompe bianche”: il blitz dei doganieri

Sequestrati in quattro regioni quintali di carburante surrogato: scoperto un giro di false fatture anche nel Salernitano

Maxi sequestro nei giorni scorsi di gasolio adulterato in tutta Italia, scoperto un lucroso raggiro che vedeva protagonisti anche molte pompe bianche della provincia di Salerno. Epicentro delle operazioni la Campania, il Friuli Venezia Giulia, il Veneto e la Toscana.

L’operazione. Gli ispettori dell’agenzia delle Dogane e Monopoli hanno misurato il livello di carburante presente nei serbatoi di diversi distributori, anche in provincia di Salerno, e dai quali hanno anche prelevato dei campioni in contraddittorio con i gestori. Le relative analisi, effettuate dai laboratori chimici mobili dell’Agenzia, hanno confermato che si trattava di carburante non conforme alle previste specifiche commerciali che deve avere il gasolio. I funzionari delle Dogane hanno proceduto, di volta in volta, alla verbalizzazione delle contestazioni e al sequestro di diversi quintali di gasolio, apponendo specifici sigilli sui serbatoi di stoccaggio e sulle pompe di erogazione. L’operazione scaturisce da una direttiva interna finalizzata all’esecuzione di controlli operativi sui depositi commerciali di carburanti che, nel corso di quest’anno, hanno emesso e-Das (documenti elettronici di accompagnamento di prodotti assoggettati ad accisa) per quantitativi di benzina e di gasolio incongruenti con quelli ricevuti. In pratica, i depositi commerciali emettevano “bolle” per un quantitativo superiore al gasolio ricevuto, il tutto per coprire la vera origine di parte dei carburanti venduti ai distributori. 

Il raggiro. Il progetto truffaldino era semplice ed è confermato dagli approfondimenti istruttori e di fatto ipotizzato in alcuni articoli de La Città già negli anni scorsi. Il deposito di carburanti emette documenti falsi per coprire i prodotti energetici sottratti all’accertamento, utilizzati per carburazione e forniti a compiacenti distributori su strada. Questi prodotti sottratti all’accertamento sono, con ogni probabilità, i cosiddetti “designer fuels”, miscele di idrocarburi, non conformi alle previste specifiche qualitative commerciali, fabbricate per essere impiegate come surrogati dei carburanti a norma, previa irregolare introduzione e immissione in consumo. Insomma, si trattava di surrogati di gasolio, pagati dall’automobilista come gasolio originale, semmai con qualche sconto. I conducenti di auto o camion pensavano di aver fatto l’affare e invece nei loro veicoli immettevano carburante che danneggia i motori. Da qui la denuncia per gli indagati, anche del Salernitano, per reati legati alla violazione del divieto di commercializzazione di gasolio non conforme alle specifiche qualitative e alla frode in commercio. L’operazione delle Dogane è stata guidata dal direttore dell’antifrode Stefano Saracchi. E non è ancora conclusa. Il direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, Marcello Minella ha ricondotto il fenomeno scoperto in queste ore alla liberalizzazione del settore dei distributori di carburante: «Con la deregulation c’è stata una proliferazione delle cosiddette pompe bianche, dai nomi più fantasiosi che spesso sono sottratti alla vigilanza dell’Agenzia». 

Fonte lacittadisalerno.it – (s.d.n.)

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