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Presa la banda dei furti in auto: decine di colpi al supermercato o dal benzinaio. I ladri avevano il reddito di cittadinanza.

Operazione dei carabinieri, bottino da 20 mila euro. Vittime soprattutto le donne: “Erano sistematici e spregiudicati”

BOLOGNA – “Agivano con precisione, sistematicità. Erano spregiudicati nella scelta delle vittime”, spiegano i carabinieri. All’alba di oggi, i militari dell’Arma hanno arrestato i componenti di una banda che tra l’ottobre del 2020 e il maggio di quest’anno ha messo a segno decine di colpi fra Bologna e Modena, principalmente nei parcheggi dei supermercati o in prossimità dei benzinai. Vittime gli automobilisti. Uno dei ladri si avvicinava alla macchina, approfittava di un momento di distrazione – ad esempio per pagare il pieno all’automatico o per riporre delle buste nel bagagliaio – , apriva lo sportello e prendeva tutto quello che trovava: zaini, borse, in alcuni casi persino le buste della spesa. Poi il ladro scappava a bordo di una macchina di grossa cilindrata che lo aspettava lì vicino. Gli inquirenti hanno ricostruito 37 furti e 2 rapine. In 31 casi, sono state prese di mira delle donne.

Gli arresti

L’operazione della compagnia dei carabinieri Bologna centro, coordinata dalla pm Anna Cecilia Maria Sessa, ha portato all’arresto di tre uomini sinti, tutti con precedenti: Cemp Debarre, 36 anni; Massimo Debarre, 38; Michel Minguzzi, 31. Hanno rubato in ben 17 Comuni fra le province di Modena e Bologna. Fra gli altri paesi, Budrio, Casalecchio, Castel Maggiore, Valsamoggia. Ora sono in carcere, su decisione del gip Truppa, e rispondono di quattro reati: furto aggravato, rapina, uso indebito di carte di credito (rubate durante i colpi), falsità materiale perché si muovevano a bordo di fuoriserie con le targhe false. Potrebbero passare altri guai, visto che nel frattempo percepivano il reddito di cittadinanza.

Ecco come agivano

Prenderli non è stato semplice. “Si è partiti da pochi indizi”, dice Giovanni Russo, capo del nucleo operativo dei carabinieri di Bologna, che ha illustrato l’operazione assieme al comandante della compagnia Bologna centro Michele Lobuono e al capitano del nucleo operativo della Bologna centro Benedetto Paolucci. “Usavano targhe false, avevano sempre i volti coperti”. L’inchiesta, continua Lobuono, “è partita a fine 2020. Ha consentito di ricostruire 43 episodi, di cui 39 furti e rapine. Il modus operandi era sempre lo stesso. Arrivavano a bordo di auto di grossa cilindrata, individuavano le vittime, generalmente donne, in orario serale. Si avvicinavano alla macchina e con destrezza e rapidità sfilavano zaini, borse, oppure infrangevano i finestrini. Poi scappavano”. Tre auto a disposizione: due Audi e una Golf. Targhe contraffatte. La refurtiva, è stato ricostruito, ammonta a 20mila euro. “Facevano affidamento sull’impossibilità delle vittime di difendersi”.

“Otto colpi in un giorno”

Continua Paolucci: “In un giorno sono arrivati a fare otto colpi. Approfittavano della distazione di chi era intento a pagare alla colonna del benzinaio o di chi magari stava lasciando il carrello. Agivano a ridosso dell’orario di chiusura, il buio li aiutava”. Secondo Russo, “è ragionevole presumere altri episodi”, che magari non sono stati denunciati. Per questo è stato diffuso un video che mostra alcuni dei colpi messi a segno.

Fonte larepubblica.it – Articolo di Rosario di Raimondo

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