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Autogrill, la paura delle lavoratrici nel turno di notte: «Noi sole e indifese contro i rapinatori armati».

Da Somaglia (A1) a Lainate (A8), le impiegate usano ricetrasmittenti per comunicare tra loro. Un alert portatile fa scattare la richiesta di soccorso. La protesta dei sindacati.

Sole, indifese contro ladri e rapinatori. Sono una trentina le dipendenti (oltre a tre uomini) dell’Autogrill di Somaglia Est che svolgono il turno notturno in solitaria nelle aree di servizio della A1. Per difendersi hanno solo un dispositivo «uomo a terra», un alert portatile che fa scattare la richiesta di soccorso, che si tratti di rapina o di un problema sanitario. E poi delle ricetrasmittenti per comunicare con l’area di servizio dirimpettaia di Somaglia Ovest. Un modo per sentirsi meno sole mentre si svolge il temuto turno notturno dalle 22 alle 6. In solitaria, perché la situazione economica non consente alle aziende affidatarie di pagare due stipendi notturni.

I banditi a volto coperto

Una settimana fa l’ultimo episodio è avvenuto proprio a Somaglia Est, la stazione di servizio del Basso Lodigiano sulla carreggiata per Milano. Alle 4.30 del mattino di martedì due uomini sono entrati con il volto coperto dalle mascherine. Al bancone c’era solo una ragazza, madre di una bambina di sei anni. I due hanno consumato una bibita. Al momento di pagare, hanno estratto un coltello a serramanico e intimato alla ragazza di consegnare tutto l’incasso, 500 euro e una manciata di Gratta e Vinci. Un colpo durato due minuti, registrato dalle telecamere interne del locale. Che però non fanno da deterrente. «La mia collega è stata brava, ha consegnato l’incasso senza fare storie ed evitando ulteriori problemi ma ora è scossa, non dorme da giorni, continua a rivivere la scena della rapina. E non vuole più fare il turno di notte», racconta Antonietta Del Duca, una delle 30 addette di Somaglia Est e rappresentante sindacale (e della sicurezza) per l’Ugl.

Il colpo a Lainate

Venti giorni prima, un collega della stazione di servizio Villoresi (a Lainate, sulla Milano-Como) aveva subito una rapina fotocopia. I casi non si contano e i turni «monopresidio» sono diventati un problema. «Le ragazze — spiega Del Duca — hanno fatto delle proposte per migliorare almeno le condizioni di sicurezza. Tra queste la necessità di introdurre delle protezioni per rendere impossibile a un malintenzionato di accedere allo spazio dietro al bancone. I locali vanno messi in sicurezza. E la questione dei presidi solitari va affrontata. Rapine a parte, se una di noi sta male in piena notte e non riesce ad attivare i soccorsi, chi l’aiuta?». È la provocazione che il delegato nazionale Ugl per i pubblici esercizi autostradali Pino De Rosa ha fatto ieri in una lettera aperta al quotidiano locale Il Cittadino: «Affrontiamo il problema prima che capiti la tragedia».

La protesta del sindacato

Lo stesso De Rosa, al Corriere, riconosce che «non è solo colpa delle aziende. Già da due anni abbiamo depositato delle proposte al ministero dei Trasporti e continueremo a chiedere di essere ascoltati. Ad esempio, se negli orari notturni le concessionarie autostradali rinunciassero alle royalty, che fanno alzare a dismisura i prezzi dei prodotti negli Autogrill, le società di ristorazione potrebbero eliminare almeno parte dei monopresidi, reinvestendo in sicurezza e aumentando il numero degli addetti in servizio di sera». L’alternativa è alzare la voce. Come fecero i 27 dipendenti MyChef di San Zenone al Lambro (sempre sull’A1), che nel 2015 dopo l’ennesima rapina incrociarono le braccia contro il turno solitario di notte.

Fonte corriere.it – Articolo di Francesco Gastaldi

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