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“Basta criminalizzare i gestori di carburante”

Il sindacato Faib difende l’operato dei distributori “Molte infrazioni riguardano una mancata segnalazione”

“Basta con la criminalizzazione della categoria: per Faib è bene punire coloro che ingannano i consumatori sui prezzi carburanti dove non c’è corrispondenza tra il prezzo esposto sul piazzale e quello effettivamente erogato dalla pompa, ma tante infrazioni riguardano il presunto obbligo di comunicazione al Mise in assenza di variazione dei prezzi”. Il responsabile Toscana Nord di Faib, il sindacato dei gestori di carburante di Confesercenti, Adriano Rapaioli interviene dopo i controlli e le sanzioni nei confronti di alcuni impianti apuani per fare chiarezza. “Il nostro sindacato già a ottobre aveva rappresentato ai Ministri dello Sviluppo Economico e dell’Economia, al comando generale della Guardia di Finanza e al presidente dell’Anci, l’estrema complessità e la farraginosità della normativa che disciplina, da alcuni anni, la materia della pubblicizzazione dei prezzi dei carburanti – spiega Rapaioli –: a gravare ulteriormente le imprese, una serie di controlli volti a sanzionare presunti comportamenti illegittimi consistenti in ritardi pregressi nelle comunicazioni obbligatorie sulla piattaforma informatica del Mise, piuttosto che una non corretta pubblicizzazione dei prezzi medesimi, presente sulla cartellonistica predisposta dai soggetti titolari degli impianti nelle singole stazioni di servizio”.

Secondo il sindacato dei benzinai Confesercenti, quindi, “bisogna distinguere i cosiddetti furbetti da chi non adempie ad assurde procedure per la loro farraginosità”. “Gestori – incalza Rapaioli – ai quali sarebbe imposto di adempiere alle normative pur non disponendo di adeguati strumenti, cartelli, insegne o altra attrezzatura comunque conforme a quanto indicato dalle disposizioni vigenti, ma saldamente nella esclusiva disponibilità delle compagnie petrolifere proprietarie degli impianti”. “La nostra categoria è l’unica, nel segmento della distribuzione di beni e servizi di largo consumo – spiega Rapaioli –, ad essere obbligata a trasmettere tempestivamente (comunicazione all’Osservatorio Prezzi del Mise) i relativi prezzi settimanali, nelle molteplici modalità (self service, servito; prodotti speciali; prodotti liquidi e gassosi). Un groviglio di norme, decreti ministeriali, rinvii a sistemi sanzionatori previsti da disposizioni legislative spesso contrastanti che andrebbe semplificato, anche alla luce di una verifica concreta del fine ultimo che tali normative dovrebbero cogliere: la tutela della buona fede del consumatore”.

Fonte lanazione.it

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