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Truffa del carburante, indagati a Castellammare e Torre Annunziata: profitti da milioni di euro

Inchiesta sugli affari alle spalle di automobilisti

Nella truffa del carburante società di Castellammare e Torre Annunziata che aveva scoperto come aumentare i profitti alle spalle degli ignari clienti. Un giro da quasi otto milioni di euro.

L’ha scoperto un’inchiesta della Procura di Taranto che ha individuato il meccanismo con il quale veniva frodato lo Stato. Diciotto gli indagati, tra i quali anche torresi e stabiesi. Il gasolio arrivava nelle pompe di benzina di mezza Italia con un costo ribassato di circa 70 centesimi, ma veniva venduto agli automobilisti quasi a prezzo di mercato. Le società di Torre Annunziata, Castellammare di Stabia e Casoria che erano dietro il raggiro guadagnavano 17 centesimi al litro, il resto finiva nelle tasche dei titolari delle pompe di benzina complici. Un’evasione che falsificava le certificazioni per cui le imprese fatturavano tutto come gasolio agricolo, che non è soggetto alle accise (circa 48 centesimi al litro) e all’Iva. In tre anni, tra il 2015 e il 2017, questo raggiro avrebbe consentito alle società di evadere tasse per 28 milioni di euro, con un guadagno di 7,3 milioni di euro.
Una maxi-truffa ai danni dello Stato che è stata scoperta dalla Procura della Repubblica di Taranto (pm Antonio Natale), che ora ha chiesto il rinvio a giudizio per 18 indagati, tutti della provincia di Napoli e Salerno. Ludienza preliminare fissata per inizio luglio. L’organizzazione si avveleva di una rete in cui a ciascuna società era affidato un ruolo. Le accuse sono di falso e truffa in concorso. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, nel corso degli anni, la Alburni Service srl di Altavilla Salentina, avrebbe commissionato alla società Pisa Fuel di Torre Annunziata – dell’imprenditore Gennaro Pisa – la fornitura di oltre 43 milioni di litri di gasolio. Il prodotto, in realtà, non sarebbe mai arrivato nel deposito della ditta della provincia di Salerno, ma sarebbe stato venduto sotto banco alle stazioni di rifornimento di tutto il territorio nazionale e in particolare in Puglia, che accettavano forniture di almeno 2mila litri.

Per effettuare il trasporto illecito di carburante – secondo quanto ricostruito dalla Procura – ci si avvaleva della complicità di autisti di altre società attive nella commercializzazione di prodotti petroliferi. E in particolare della Petrol Trans, azienda di via Passeggiata Archeologica, a Castellammare di Stabia. I suoi autisti, infatti, avrebbero gestito oltre mille trasporti fuorilegge di gasolio. I magistrati stanno perciò approfondendo i ruoli dell’imprenditore Gennaro Pisa, titolare della Pisa Fuel, e del suo collaboratore Corrado Bernabò Siniscalchi. E ancora gli autisti: Giuseppe Alfano, Giancarlo Cairo, Ciro Cascone, Vincenzo Roberto, Giuseppe Siviello ed Emilio Visiello della Pisa Fuel; Antonino Dello Ioio, Luigi Esposito e Pasquale Esposito della Petrol Trans srl; Luigi Laezza, Francesco DAvino, Pietro Montano e Giovanni Testa della Campania Autotrasporti srl. 

Fonte ilcorrierino.com

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