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“Investo nel Biogpl come mio padre fece con il gas durante il boom”

Per la primavolta nella sua storia il gruppo Beyfin accompagna i numeri del bilancio d’esercizio con la relazione d’Impatto, chiusa pochi giorni fa. Un impegno che ha portato a misurare i risultati nell’ambito della responsabilità sociale, da sempre valore radicato dell’azienda dalla sua fondazione, alla fine degli anni Cinquanta, ma che oggi ha un orizzonte definito con la trasformazione dell’azienda, nel febbraio 2022, in Società Benefit. “Inserire il concetto di “beneficio comune“ nello statuto – spiega l’amministratrice delegata di Beyfin, Beatrice Niccolai (foto a destra)- ha significato percepire a pieno le ricadute sociali e ambientali della propria attività nei contesti in cui il gruppo opera e nei confronti dei suoi portatori d’interesse”.

Quali sono i vostri impegni per la sostenibilità? “Nell’ambito della nostra politica per la sostenibilità vogliamo lavorare con passi concreti e certi, investendo in vettori energetici capaci di offrire sul mercato prodotti green facili da usare, a buon mercato e che non necessitano di nuove infrastrutture. È per questo che stiamo investendo nel Biogpl. Come mio padre (Luciano Niccolai a sinistra in foto) scommise sul gas gpl negli anni del boom economico italiano, io oggi credo nel Gpl green come risposta performante alla transizione energetica sia nel settore dell’autotrazione, sia nel riscaldamento”.

Quali investimenti avete fatto o state facendo in questo ambito?

“Il nostro impegno si è tradotto nella costituzione con altri partner italiani del mercato delle energie, di una joint venture la Green lg Energy, che lavora, grazie ad una ricerca internazionale, allo studio e allo sviluppo della tecnologia Cool LPG, la tecnologia capace di convertire il biogas proveniente da discariche, impianti agricoli e impianti di trattamento delle acque reflue, in Biogpl. Tra gli obiettivi di Green lg Energy c’è la creazione in Italia del primo impianto di Biogpl entro il 2024 che produrrà una fonte energetica pulita capace di abbattere le emissioni in aria di polveri sottili”. Cosa cambierà con il Biogpl?

“Sarà una evoluzione del Gas Gpl energia oggi indispensabile nel settore del riscaldamento per 1300 comuni italiani non serviti dal metano con standard di resa migliori rispetto alle pompe di calore che in particolare in montagna non garantiscono le performance del Gpl se non a costo di impennate di consumo e sovraccarico della macchina. Non solo. Il Gpl batte anche pellet e legna: soprattutto se si misurano gli impatti sull’ambiente e sulla salute dell’uomo. In particolare la filiera del pellet, secondo quanto emerge dal recente studio del Politecnico di Milano, risulta peggiorativa in 12 delle 16 categorie di impatto considerate”.

Avete altri investimenti in programma?

“Stiamo lavorando sull’implementazione di alcune delle nostre stazioni di servizio nell’erogazione dell’idrogeno, in particolare ad Arezzo, dove con un finanziamento del Pnrr, amplieremo l’impianto vicino a Battifolle all’altezza del casello dell’Autosole. È un progetto che rientra nel più ampio piano di finanziamenti del Pnrr volto allo sviluppo di almeno 40 stazioni di rifornimento in aree strategiche per i trasporti stradali in Italia. Presto le stazioni di servizio Beyfin inizieranno ad erogare il metano in self e l’Hvo, cioè il diesel green reso sostenibile dagli scarti e dai residui vegetali”.

Il futuro delle energie passa dall’Europa, però…

“Inutile dire che il nostro sguardo è infatti rivolto all’Europa dove le battaglie ideologiche rischiano di pesare sulle tasche dei cittadini e di chiudere possibili e utili strade alla transizione energetica. Riteniamo indispensabile puntare sul concetto di neutralità tecnologica. Non basterà un solo prodotto a salvarci dall’inquinamento, ma sarà un mix, a darci le risposte. Ad un problema complesso non può esistere un’unica risposta imposta dall’alto. Per questo chiediamo utili strumenti legislativi non ideologici, ma capaci di comprendere le diverse realtà europee come l’Italia che sul Gas Gpl ha una peculiarità storica, sociale ed economica”.

Beyfin è nata in Toscana, una territorio che sostenete con diverse iniziative. Ci può raccontare le principali?

“Solo nel 2022 il gruppo ha sostenuto progetti per le comunità locali per oltre 300mila euro. Dopo aver piantato l’albero Beyfin a Dynamo Camp lo scorso ottobre, è in corso un progetto importante sui crediti di sostenibilità con il parco nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. Inoltre, nell’area sosta del deposito di Campi Bisenzio abbiamo posizionato dieci famiglie di api, così Beyfin avrà il miele con il suo marchio. Dopo il periodo della pandemia, abbiamo sostenuto direttamente la Fondazione Careggi di Firenze, con un contributo di 100mila euro. L’azienda ha inoltre supportato le popolazioni colpite dalla guerra in Ucraina e negli ultimi mesi ha finanziato il parco giochi a Viareggio gestito dalle Misericordie della Toscana, rivolto ai piccoli ospiti della comunità educativa “Elisabetta De Sortis“”.

A capo di Beyfin una donna. Quante donne lavorano nel gruppo?

“La nostra è un’azienda con una forte anima femminile e non solo perché io sono amministratrice delegata da oltre sei anni, ma anche perché altre quattro donne ricoprono funzioni di responsabilità, sia nella sede centrale sia nelle sedi delle filiali. La percentuale di donne in Beyfin è pari al 14,6%, ma se si considerano le impiegate la percentuale sale al 41,7%. La retribuzione è la stessa per tutti i dipendenti, nel giugno 2022, ad esempio, la direzione ha deciso di erogare a ciascun dipendente un bonus “caro vita“ di 1.500 euro lordi”.

Fonte quotidiano.net

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