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Carburanti, il Tar cancella l’obbligo di esposizione dei prezzi medi: il decreto è illegittimo

Il Tar del Lazio ha annullato il decreto attuativo (previsto dalla legge di conversione del Decreto Carburanti)ì con il quale il Ministero delle Imprese e del Made in Italy il 31 marzo scorso ha stabilito le modalità dell’obbligo di comunicazione da parte degli esercenti dei prezzi dei carburanti. L’annullamento del decreto è stato deciso in assenza della prevista e preventiva comunicazione al Presidente del Consiglio dei ministri e del parere del Consiglio di Stato.

L’obbligo a partire dal primo agosto scorso

Dal primo agosto scorso, infatti, è scattato per tutti i gestori di impianti di rifornimento carburante l’obbligo di esposizione dei prezzi medi regionali e nazionali, relativi alle tipologie di carburanti disponibili nella propria stazione. «A decorrere dal 1° agosto 2023 – si leggeva nel decreto – gli esercenti espongono i prezzi medi entro le ore 10,30 se l’orario di apertura è precedente o contestuale alle ore 8,30; qualora l’orario di apertura sia successivo alle ore 8,30, gli esercenti espongono i prezzi medi entro le due ore successive all’apertura; in caso di apertura 24 ore su 24 gli esercenti espongono i prezzi medi entro le ore 10,30». Inotre, il cartellone riportante i prezzi medi deve essere esposto «all’interno dell’area di rifornimento, nel rispetto delle condizioni di sicurezza, in modo da garantirne adeguata visibilità».

Accolto il ricorso

Ora, la decisione presa dal tar del Lazio è contenuta in una sentenza con la quale è stato accolto un ricorso proposto da Fe.Gi.Ca. (Federazione Gestori Impianti Carburanti e Affini), F.I.G.I.S.C. (Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti) e da alcuni esercenti.

Unione Consumatori: «L’unica cosa che serve è l’app carburanti»

Immediato il commento di Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori: «Al di là dei motivi del Tar, formali e non di merito, per fortuna l’annullamento del Tar non produrrà alcun danno ai consumatori, atteso che, come dimostrato nel primo periodo di applicazione del provvedimento, l’introduzione del prezzo medio non ha in alcun modo contribuito a ridurre i prezzi, che hanno invece proseguito nel loro solito andamento, prima alzandosi nel primo periodo di agosto e poi abbassandosi successivamente, ma seguendo le solite vecchie dinamiche e la solita doppia velocità a danno dei consumatori». Per Dona, quello che sarebbe invece utile ai consumatori è introdurre l’app carburanti prevista dal decreto-legge 14 gennaio 2023, n. 5, ossia oramai quasi 10 mesi fa, che educherebbe gli automobilisti a fare il pieno nel distributore meno caro della zona, a differenza del prezzo medio che dà invece un’informazione distorta e sbagliata: quella di accontentarsi di andare a fare il pieno da chiunque abbia un prezzo più basso della media regionale invece che da chi fa i prezzi più bassi ed è meno caro di tutti gli altri».

Fonte corriere.it

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