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In Germania riescono a far tornare i conti soltanto vendendo dal pane ai giornali 

Dai benzinai per il cappuccino

Quasi nessuna stazione ha ricariche per le auto elettriche

La stazione di servizio alla fine della mia strada dovrebbe essere tra le più economiche di Berlino. Il prezzo cambia di ora in ora, al mattino costa da dieci a 20 centesimi in meno rispetto alla sera, la benzina è più cara al venerdì, meglio fare il pieno al martedì, ma negli ultimi tempi oscilla intorno a un euro e 80 al litro.

Io ho fatto il pieno l’anno scorso due volte, la prima a gennaio mi costò una quarantina di euro, a giugno una settantina. Abito al centro, vado a piedi, o mi conviene prendere la metro o un bus. Sono aumentati anche i parcheggi, nella via della mia Frau Doktor, un’ora costava un euro, all’improvviso 4 e non so quanto ci sto. È quasi più economico prendere un taxi.

Ma chi guida per lavoro, o abita in periferia, fa i conti. «Il limite di guardia sono cento euro per un pieno, molti riempiono il serbatoio a metà, o un terzo» ha dichiarato Duraid El Obeid, presidente dell’associazione dei benzinai indipendenti. La benzina aumenta ma non tutte le stazioni di servizio guadagnano di più. In Germania sono 14 mila 500, in proporzione meno che in Italia, e oltre la metà è gestito dalle quattro grandi compagnie petrolifere, Total, Esso, Aral e Shell che praticano i prezzi più alti.

Un terzo sono piccoli gestori indipendenti, le altre appartengono a compagnie di media grandezza, che offrono benzina a qualche centesimo di meno.

Le più economiche sono quelle dei supermercati, o delle stazioni di lavaggio per attirare i clienti. Il lavaggio delle auto è redditizio, pari per una stazione al 56% dell’incasso totale. Ma devi fare da solo. Le stazioni sono tutte self service, non trovi la minima assistenza, per controllare l’olio o la pressione delle gomme. Le più care, come in Italia, sono quelle, non tanto frequenti, sulle autostrade, ed è prudente, anche a caro prezzo, non andare in riserva.

Sono centinaia i lavori in corso, e le code chilometriche, se rimani a secco la polizia ti aiuta ma ti multa.

Una guerra che si combatte su pochi centesimi e il guadagno per molti si riduce. La mia Tankstelle vende di tutto. Ci andavo a comprare giornali e riviste, da quando la posta era meno affidabile per consegnare quotidiani cui ero abbonato. Ora, purtroppo, leggo tutto online, benché preferirei sempre la carta.

Vado dal benzinaio quando alla sera o alla domenica scopro di essere senza pane, o uova. Dal benzinaio, gli automobilisti prendono il caffè, una brioche, anche würstel, ketchup, caramelle e cioccolata. Su un cappuccino offerto a tre euro, i benzinai arrivano a guadagnare due euro e 50. Sulla benzina, gran parte del prezzo se ne va in tasse e i guadagni finiscono alle compagnie.

L’anno scorso, un benzinaio indipendente ha guadagnato in media 57 mila 407 euro, su cui dovrà pagare le tasse, benché sempre in media abbia venduto 3,7 milioni di litri. Sono rare le stazioni dove si possono caricare le batterie delle auto elettriche, e sembra che non abbiamo alcuna fretta di adeguarsi al cambiamento ecologico.

Ancora nel 2040, il 65% delle auto in Germania sarà a benzina, prevede Hanna Schram-Klein, docente di economia aziendale. «Per cambiare le nostre stazioni, aspettiamo che sia obbligatorio per legge», ha dichiarato El Obeid. Oggi, un benzinaio indipendente dovrebbe investire 100mila euro per la ricarica delle auto elettriche, preferisce rinviare.

Meglio puntare sullo shop. Secondo uno studio della categoria, nel 2022, ogni metro quadrato adibito alla vendita di prodotti non petroliferi, ha reso 14mila euro di fatturato, non di guadagno netto. Comunque una redditività superiore a quella dei negozi, o dei supermercati. Alla Lidl, catena discount, ogni metro quadrato rende 9500 euro.

La superficie di uno shop nelle Tankstelle è in media di 80 metri quadrati, con un introito di un milione e 100mila euro. Al primo posto nelle vendite sono le sigarette, segue il caffè. A limitare i guadagni ci pensa la burocrazia: dopo l’orario di chiusura dei negozi, i benzinai possono vendere solo beni di prima necessità per il viaggio. Il caffè per tenermi sveglio sì, e un cd con le sonate di Chopin no?

Fonte italiaoggi.it

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