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La svolta di Apple sulle auto elettriche mostra i limiti di un settore in difficoltà

L’azienda rinuncia al progetto Titan e si butta a corpo morto sull’intelligenza artificiale. “Sembra che Tim Cook sia arrivato alla conclusione che l’elettrico non garantisce abbastanza profitti né volumi sufficienti, è meglio mollare”, spiega l’ex capo di Ford.

E’ l’anno nero per l’auto elettrica, anche Apple getta la spugna, rinuncia al progetto Titan e si butta a corpo morto sull’intelligenza artificiale dove rischia di perdere colpi rispetto ai diretti concorrenti a cominciare da Google. Dunque uomini assunti e mezzi impiegati fanno i bagagli e passano a un business molto più vicino all’esperienza e alla cultura industriale del colosso fondato da Steve Jobs. La notizia si presta già a diversi commenti. Uno viene da chi le auto le produce da sempre: non tutti sanno fare tutto e l’industria dell’auto assorbe una ingente quantità di soldi, troppi anche per la Apple che siede su una montagna di dollari.

Sentite cosa ha dichiarato Mike Fields l’ex capo della Ford al Wall Street Journal. “Sembra che Tim Cook sia arrivato alla conclusione che, siccome l’auto elettrica non garantisce abbastanza profitti né volumi sufficienti, è meglio mollare”. E non basta dire elettrico, la vettura a quattro ruote è molto più complicata di un telefonino, soprattutto non trova ancora abbastanza compratori. Un economista direbbe che c’è l’offerta e non la domanda. 
Gli ingegneri di Cupertino nel 2015 si erano ingelositi dal successo della Tesla e avevano cominciato a dire “perché noi no? Siamo in  grado di fare altrettanto e meglio”. Erano usciti anche dei prototipi con lo stile elegante e innovativo tipico del design Apple. Ma poi non si è andati molto più in là. In realtà Apple aveva già dovuto rinunciare nel 2016 a un altro progetto innovativo, quello di introdurre una televisione ad altissima definizione, un’idea dello stesso Steve Jobs, e aveva ripiegato sull’offerta di servizi televisivi on line. Di nuovo, la tecnologia oggi offre una quantità di soluzioni che poi non corrispondono alla richieste e ai bisogni dei consumatori, in genere sono troppo care in un momento in cui l’incertezza spinge i compratori alla prudenza. Insomma, Tim Cook ha saggiamente scelto di concentrarsi su quel che può fare meglio. E la sfida dell’intelligenza artificiale è ben più difficile e strategica.

Fonte ilfoglio.it – Articolo di Stefano Cingolani – Foto dal sito ilfoglio.it

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