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Prezzo benzina e metano: continua l’ascesa. Cina, diesel razionato. Le mosse sul petrolio

Il gigante asiatico sta vivendo una massiccia crisi energetica nei settori del carbone e del gas naturale che fa scattare una reazione a catena. Intanto cala il prezzo del petrolio per la ripresa dei negoziati sul nucleare con l’Iran.

Continua la corsa: nuove oscillazioni verso l’alto dei prezzi sulla rete carburanti. I prezzi praticati sul territorio risultano infatti in leggera crescita per effetto degli interventi precedenti delle compagnie, compagnie che oggi lasciano fermi i prezzi raccomandati. Nel dettaglio, in base all’elaborazione di Quotidiano Energia dei dati alle 8 di ieri comunicati dai gestori all’Osservaprezzi carburanti del Mise, il prezzo medio nazionale praticato della benzina, in modalità self, va a 1,749 euro/litro (ieri 1,747) con i diversi marchi compresi tra 1,745 e 1,758 euro/litro (no logo 1,736). Il prezzo medio praticato del diesel, sempre self, è a 1,614 euro/litro (ieri 1,612) con le compagnie posizionate tra 1,612 e 1,622 euro/litro (no logo 1,605).

Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio praticato sale a 1,885 euro/litro (ieri 1,883) con gli impianti colorati che mostrano prezzi medi praticati tra 1,825 e 1,960 euro/litro (no logo 1,784). La media del diesel servito si porta a 1,758 euro/litro (ieri 1,756), con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi praticati compresi tra 1,698 e 1,826 euro/litro (no logo 1,656). I prezzi praticati del Gpl vanno da 0,818 a 0,845 euro/litro (no logo 0,810). Il prezzo medio del metano auto si posiziona infine tra 1,607 e 1,880 (no logo 1,614), con un aumento del valore minimo e una diminuzione di quello massimo.

Cina, gasolio razionato

Le stazioni di benzina, in molte zone della Cina, stanno razionando il rifornimento di diesel ai clienti perché scarseggiano le forniture, secondo quanto riferisce Bloomberg. I post sul social media Weibo, accompagnati dai video caricati dai camionisti, si snodano lunghe file di veicoli alle stazioni di rifornimento nelle province del Guangxi e dell’Anhui, in Cina orientale e sudoccidentale. Il gigante asiatico sta vivendo una massiccia crisi energetica nei settori del carbone e del gas naturale, che ha già portato al razionamento dell’energia elettrica e a blackout. Tutto ciò ha rallentato l’attività economica in alcune regioni e fatto chiudere diverse fabbriche. Ora sembra la volta del diesel, che viene utilizzato per alimentare piccoli generatori che forniscono elettricità per integrare la rete. Secondo Bloomberg nelle ultime settimane sono anche aumentate le vendite dei generatori. Tra l’altro per cercare di mantenere scorte adeguate, la Cina ha anche ridotto le esportazioni e aumentato le importazioni di diesel. Intanto China Petroleum & Chemical Corporation (Sinopec Corp.), il più grande raffinatore di petrolio del mondo, ha deciso di aumentare la produzione di diesel nel mese di novembre al fine di colmare il divario tra domanda e offerta. L’azienda ha richiesto alle raffinerie un’operatività a pieno ritmo con l’obiettivo di aumentare la fornitura di gasolio del 29% rispetto alle cifre dello scorso anno. 

L’Iran e il prezzo del petrolio

La ripresa dei negoziati sul nucleare con l’Iran ,che potrebbe portare a un riavvio dell’export petrolifero del paese, fa scendere i prezzi del petrolio, finito nei giorni scorsi ai massimi dal 2014. Sulle quotazioni del greggio incide anche l’aumento delle scorte negli Usa. Il Wti del Texas scende così dell’1,2% a 81,6 dollari al barile mentre il Brent del Mare del Nord cala dell’1,2% a 83,5 dollari.

Fonte quotidiano.net 

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