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Carburanti, alle pompe è un pianto unico. Il salasso è servito per i gestori e i clienti

I titolari: “Perso il 30% degli affari, così chiudiamo”. Una mamma: “Con 10 euro andavo avanti una settimana, ora solo 3 giorni”

Continua il salasso metano, ma non solo: aumentano, contemporaneamente, anche i prezzi di benzina, diesel e Gpl. Una famiglia italiana, in media, oggi spende quasi 1000 euro all’anno in carburante e clienti e gestori si dicono ormai stanchi di questa situazione fatta di rincari: chi da una parte è stanco di dover spendere sempre più e chi dall’altra perde guadagni a causa della scarsità di clienti: “Quando ho preso la macchina a metano prima facevo il pieno con 16 euro -, dice Mauro Sanvito, automobilista – ora il prezzo è arrivato addirittura a 21 euro. È una situazione quasi da usurai. Io faccio circa 80 chilometri al giorno, ma in due giorni devo rifare già il pieno. Prima era una situazione sostenibile, era conveniente una macchina a metano sia per il risparmio che per l’ambiente. Ora conviene tornare alla benzina. Si inquina di più, ma alla fine si spende quasi di meno”.

Alessandro Bailetti, del distributore Esso di via Ponchielli la racconta così: “La gente si lamenta perché benzina e diesel costano troppo, mentre gli stipendi rimangono sempre quelli; ormai con 10 euro non si riescono a fare quasi due tacche di serbatoio. Il fatto è che non siamo noi a inventarci i prezzi, né gioiamo nel doverli aumentare. Abbiamo avuto un calo del 30% di clientela, il nostro stesso stipendio viene calcolato in base a quanti litri vendiamo: il nostro guadagno è di 2 centesimi e mezzo al litro lordi. Se i prezzi continuano ad aumentare così fra poco dobbiamo chiudere tutti, perché la gente smetterà di muoversi con la macchina”.

“Sono mosse, queste, che vanno ad incentivare l’acquisto di auto elettriche – dice Giuseppe Strazzullo, del distributore Eni in Via Giolitti – è giusto, perché sono una buona cosa ed aiutano l’ambiente, ma non capiscono che così vanno anche a togliere il lavoro a noi”.

Un problema che unisce sia il consumatore che il fornitore e che, con l’avvicinarsi dell’inverno, di certo non va a migliorare: “Ora inizia a fare freddo per poter prendere la bici o lo scooter -, racconta una cliente – io devo portare i miei figli a scuola ed andare a riprenderli. Faccio parecchi chilometri al giorno e se prima con 10 euro ci andavo avanti una settimana, ora mi bastano per due o tre giorni. È difficile per tutti”. Allo stesso modo, anche chi di strada ne macina tutti i giorni ha notato la differenza, come racconta Jasmin Barakovic, camionista: “Noi abbiamo delle tessere che ci permettono di fare benzina o diesel, pagate dall’azienda. Ogni volta, però, che vi sono degli aumenti di prezzi di questo genere, che da un giorno all’altro ci si ritrova a dover pagare quasi il doppio, anche le aziende stesse ne risentono; più l’azienda ha spese ingenti, meno ci pagano. Io ho un serbatoio di 840 litri, da riempire con il gasolio, e in un mese faccio circa diecimila chilometri. La differenza è che ora si spende circa 750800 euro in più rispetto a prima”.

“Se prima avevamo uno sconto rispetto ad un automobilista normale -, racconta Vito Sassanelli, camionista – ora è tutto uguale. Prima la nostra azienda, magari tramite delle convenzioni, riusciva a scalare dal prezzo qualche centesimo, ora invece non c’è più quasi differenza. Se prima magari con un pieno pagavo 500 euro, ora ne pago quasi 750 solo per un viaggio, senza contare il ritorno. È diventato un salasso per tutti, famiglie e lavoratori, ma anche imprenditori e benzinai stessi”. Conclude Franco Scirè, del distributore Metano di Strada del Montefeltro: “Purtroppo noi ora vediamo questo aumento a livello di benzina, gas metano, diesel, gpl e ci scandalizziamo, ma forse ancora ci sta andando bene. Ancora è poco, se si tiene conto che ci sono posti in cui già si sfiorano i 2 euro al litro. Io spero che questa ulteriore batosta non arrivi anche qui. Per noi il cliente è importante, non è un essere da dover dissanguare. Speriamo bene”.

Fonte ilrestodelcarlino.it – Articolo di Alessio Zaffini

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