Si mettevano d’accordo sui prezzi alla pompa a danno degli automobilisti. Con questa accusa l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha sanzionato per oltre 4,2 milioni di euro alcuni distributori di carburante che operano nel comune di Livigno, in provincia di Sondrio, e che hanno in gestione tredici punti vendita. L’Autorità ha infatti accertato l’esistenza, tra 2012 e 2022, di un’intesa anticoncorrenziale tra le società di distribuzione di gasolio e benzina Cus.Car , Fibo, Ges.Car di Cusini Bernardo & C, Tre.Car, CU.BA, Global Service, Bondi Carburanti di Bormolini Luigi e Silroc.
Le comunicazioni via mail
Secondo l’Agcm l’intesa veniva attuata attraverso comunicazioni settimanali via mail «con indicazioni puntuali dei prezzi futuri da applicare negli impianti di distribuzione al dettaglio. Queste mail erano inviate da una persona fisica ad un elenco, visibile a tutti i destinatari, contenente gli indirizzi delle società in questione». L’accordo è emerso grazie alle indagini della Guardia di Finanza. Già dall’anno 2021, nel corso di azioni di polizia amministrativa, i militari avevano notato l’identicità dei prezzi di benzina e gasolio per tutti i distributori coinvolti, anche se gli stessi risultavano appartenere a società diverse ed essere, in molti casi, affiliati a diverse compagnie petrolifere. L’Autorità si è basata sui sistematici invii di mail da parte del mittente alle società di distribuzione di carburanti e della corrispondenza tra i prezzi contenuti nelle comunicazioni e quelli effettivamente praticati dai distributori. Global Service si è difesa sostenendo che la mail aveva finalità unicamente informative.
Il danno ai consumatori
Secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato l’intesa ha invece eliminato il confronto competitivo tra le parti e ha «compromesso irrimediabilmente il fisiologico gioco concorrenziale a danno dei consumatori». Anche in considerazione del fatto che il servizio di distribuzione carburanti nel territorio di Livigno gode di un particolare regime fiscale che lo rende più competitivo rispetto alle attività di distribuzione in altri territori.
Fonte corriere.it – Articolo di Diana Cavalcoli