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Carburanti, il flop dei cartelli con i prezzi medi: la benzina è a 2 euro

Il primo agosto è entrata in vigore la legge che impone ai benzinai di esporre un cartello con riportati i prezzi medi del carburante nel Paese. Nonostante questo, in dieci giorni, i prezzi di benzina e diesel sono aumentati. La norma è stata introdotta con lo scopo di contrastare le speculazione sui prezzi, evitando rincari e offrendo maggiore trasparenza al consumatore. Come riporta Quotidiano Energia, le quotazioni internazionali sulla benzina hanno continuato a crescere , con effetti anche sulla rete italiana. Sul servito, la media è di 2,073 euro.

Turismo, imprese e consumatori

L’aumento dei prezzi della benzina e del diesel si fanno sentire non solo per gli automobilisti che a cavallo di Ferragosto si spostano per le vacanze. A denunciare gli effetti del caro benzina è anche Coldiretti, l’associazione dei coltivatori: «Con l’aumento dei carburanti la logistica arriva ad incidere attorno ad 1/3 dei costi di produzione della frutta e verdura in Italia per il gap infrastrutturale che costa al nostro Paese oltre 13 miliardi di euro e penalizza il sistema economico nazionale rispetto agli altri Stati dell’Unione Europea» . A pagarne le conseguenze sono anche i consumatori, già gravati dagli effetti dell’inflazione: «Si tratta di un aggravio per gli operatori economici italiani superiore dell’11% rispetto alla media europea. In un Paese come l’Italia dove l’88% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada l’aumento di benzina e gasolio ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa dei consumatori» .

I prezzi

Secondo i dati comunicati dai gestori dell’Osservaprezzi del Mimit (aggiornati alle 8 del 10 agosto), ed elaborati da Quotidiano energia, il prezzo medio della benzina in modalità self è 1,938 euro/litro (1,935 la rilevazione precedente), con i diversi marchi compresi tra 1,925 e 1,950 euro/litro (pompe bianche 1,923). Il prezzo medio praticato del diesel self è 1,825 euro/litro (rispetto a 1,820), con le compagnie tra 1,814 e 1,837 euro/litro (no logo 1,814). Quanto al servito, Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio praticato è 2,073 euro/litro (2,071 il dato precedente), con gli impianti colorati con prezzi tra 2,004 e 2,140 euro/litro (no logo 1,976). La media del diesel servito è 1,960 euro/litro (contro 1,956), con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi compresi tra 1,897 e 2,020 euro/litro (no logo 1,866).

Riduzione della concorrenza

Già a febbraio, l’Antitrust aveva bocciato la norma durante un’audizione in di fronte alla Commissione Attività produttive della Camera. Roberto Rustichelli, presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), allora aveva spiegato che il suo organismo «ritiene che non vi sia necessità di introdurre un meccanismo di calcolo e di diffusione di valori di riferimento medi, atteso che appaiono incerti i benefici per i consumatori, a fronte invece di un possibile rischio di riduzione degli stimoli competitivi».

La difesa del ministro

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha difeso la norma, attribuendo la colpa del caro benzina alla scelta delle società di raffinazione del petrolio di applicare margini «francamente eccessivi». In un intervento a Omnibusha spiegato: «In Italia grazie anche a questa misura abbiamo un prezzo industriale depurato dalla tasse inferiore a quello di Spagna, Germania e Francia. Quindi è servito a qualcosa», ha detto il ministro, evidenziando anche che «nell’ultima settimana il valore medio della benzina è diminuito di 2 centesimi». Nel decreto non sono però presenti misure di taglio delle accise. Il governo a inizio anno ha al contrario deciso di azzerare lo sconto su benzina e gasolio introdotto dal governo Draghi per far fronte ai rincari legati alla guerra in Ucraina.

L’associazione di categoria

Contro i cartelli si è schierata la Fegica, associazione Federazione italiana gestori carburanti e affini, che ha rilasciato una nota in merito. ““Se il buon giorno si vede dal mattino, allora il cartello del prezzo medio rischia di non essere la panacea di tutti i mali annunciata dal Ministro Urso. Dal 1° agosto ad oggi, ogni santo giorno il Ministero ha dovuto comunicare ai gestori di tutta Italia rialzi dei prezzi medi della benzina e del gasolio in ogni regione, comprese le province autonome, e in autostrada”, ha scritto il segretario nazionale Roberto Di Vincenzo. “Mediamente il prezzo del gasolio è aumentato di €/lt 0,041 su rete ordinaria e di €/lt 0,036 su rete autostradale. Mentre quello della benzina è aumentato di €/lt 0,017 su entrambe le viabilità. Naturalmente ora il Ministro Urso potrà provare ad assolvere il ‘cartello del prezzo medio’ accusando le’fibrillazioni dei mercati internazionali’, la ‘salita del Brent o del Platt’s’ o magari prendersela con ‘gli speculatori dei Paesi produttori’. E, per la prima volta, si avvicinerebbe alla realtà”. Difficile adesso puntare il dito contro ai benzinai, aggiunge il segretario: “Quel che è certo è che mostrano sempre più la corda i tentativi improvvidi di accusare i benzinai e persino di scaricare tutta la responsabilità sugli automobilisti che adesso avrebbero il compito, secondo il Ministro, di far rispettare i loro diritti “denunciando i benzinai alla Guardia di Finanza”.

Fonte corriere.it – Articolo di Valeria Sforzini

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